BERLUSCONI ATTACCA I MILITARI (CHE GIOCANO A CARTE IN CASERMA) E LILLO SI DIMETTE DA FORZA ITALIA
Ha
sopportato mesi di velenosi attacchi dell’onorevole Michaela Biancofiore, ma
non l’attacco ai militari di Berlusconi: «La goccia che ha fatto traboccare il
vaso è stata l’ultima dichiarazione del presidente sui militari: “Invece di
stare ad annoiarsi in caserma a giocare a carte, tutti i militari nelle vie
delle nostre città. Loro sarebbero felici”». Così Enrico Lillo, militare di professione
e coordinatore regionale di Forza Italia, ieri pomeriggio, ha annunciato
l’addio al partito in una lettera inviata allo stesso Berlusconi.
sopportato mesi di velenosi attacchi dell’onorevole Michaela Biancofiore, ma
non l’attacco ai militari di Berlusconi: «La goccia che ha fatto traboccare il
vaso è stata l’ultima dichiarazione del presidente sui militari: “Invece di
stare ad annoiarsi in caserma a giocare a carte, tutti i militari nelle vie
delle nostre città. Loro sarebbero felici”». Così Enrico Lillo, militare di professione
e coordinatore regionale di Forza Italia, ieri pomeriggio, ha annunciato
l’addio al partito in una lettera inviata allo stesso Berlusconi.
«Quelle parole buttate, come si gettano troppo spesso cattiverie gratuite,
luoghi comuni che personalmente attribuivo a ben altri politicanti di mestiere
– si legge nella lettera – le reputo una calunnia per il semplice fatto che non
corrispondono alla realtà. Inoltre, sono parole che, così come hanno offeso me,
hanno offeso l’onore degli uomini e delle donne delle Forze Armate che
quotidianamente, anche e soprattutto nelle caserme assolvono i loro compiti
istituzionali con umiltà ed in silenzio, esattamente come coloro che in
silenzio, hanno perduto un figlio, un marito, un fratello o una sorella che
avevano scelto le caserme come scuola di vita e mantenendo fede agli
insegnamenti ricevuti, hanno sacrificato le loro vite per la difesa della
Patria».
luoghi comuni che personalmente attribuivo a ben altri politicanti di mestiere
– si legge nella lettera – le reputo una calunnia per il semplice fatto che non
corrispondono alla realtà. Inoltre, sono parole che, così come hanno offeso me,
hanno offeso l’onore degli uomini e delle donne delle Forze Armate che
quotidianamente, anche e soprattutto nelle caserme assolvono i loro compiti
istituzionali con umiltà ed in silenzio, esattamente come coloro che in
silenzio, hanno perduto un figlio, un marito, un fratello o una sorella che
avevano scelto le caserme come scuola di vita e mantenendo fede agli
insegnamenti ricevuti, hanno sacrificato le loro vite per la difesa della
Patria».
Lillo conclude la lettera con un invito: «Auspico e credo di poter parlare a
nome di tutti i miei colleghi: un suo intervento “riparatore” nel merito della
questione è a mio giudizio obbligato».
nome di tutti i miei colleghi: un suo intervento “riparatore” nel merito della
questione è a mio giudizio obbligato».