Ballò e cantò sulle tombe dei militari: condannato rapper
La Corte d’Appello di Trieste ha confermato la condanna per il rapper Justin Owusu e Mattia Antonio Piras per il vilipendio di tombe nel santuario militare di Redipuglia. Entrambi gli imputati avevano comparso in un videoclip musicale girato nel 2017, nel quale si esibivano in una danza sui gradoni del sacrario, luogo di riposo di decine di migliaia di soldati caduti durante la Prima Guerra Mondiale.
La vicenda aveva suscitato un notevole clamore all’epoca, con il videoclip che era stato successivamente rimosso dal web. Tuttavia, il tribunale di Gorizia aveva emesso nel 2020 le condanne a otto mesi di reclusione per Owusu e a sei mesi per Piras, in base all’articolo 408 del Codice penale.
Durante il processo, emerse che Owusu non aveva ottenuto alcuna autorizzazione per girare il video all’interno del santuario. L’ex sindaco di Foliano Redipuglia e attuale consigliere regionale della Lega, Antonio Calligaris, sollevò la questione, affermando che l’azione non autorizzata era un affronto alla memoria dei caduti.
Owusu si difese affermando di essere stato frainteso e strumentalizzato, sostenendo che la sua intenzione non era di offendere la memoria dei soldati, ma di valorizzare i luoghi caratteristici del Friuli Venezia Giulia. Tuttavia, le giustificazioni dell’artista non hanno convinto i giudici, che hanno confermato le condanne.
Dopo oltre un lustro dai fatti, sembra che la storia si sia finalmente chiusa con la conferma delle condanne da parte della Corte d’Appello di Trieste. L’episodio del videoclip ha sollevato importanti dibattiti sull’importanza del rispetto per i luoghi di memoria e la sensibilità nei confronti dei caduti di guerra.
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