(di Laura Della Pasqua) – Un sistema
dalle fondamenta d’argilla, una rete che è un colabrodo, un personale ridotto
all’osso e sempre sotto pressione in una situazione di emergenza continua.
È
questa la fotografia del comparto sicurezza e difesa che dovrebbe avere un
ruolo di primo piano nella lotta al terrorismo ma che combatte con le armi
spuntate. Da una parte il ministro Alfano che annuncia maggiori fondi nella
legge di Stabilità e il potenziamento degli organici, dall’altro la realtà
delle cifre che indicano tagli di risorse e di uomini, dimezzamenti di
strutture, depauperamento dei mezzi.
L’informativa
del ministro dell’Interno nell’Aula della Camera è stato l’ennesimo spot. «Una
patacca colossale» come la definisce il segretario generale del Sap (il
sindacato autonomo di polizia) Gianni Tonelli.
Mentre
Alfano annuncia maggiori fondi nella legge di Stabilità, il sottosegretario
all’Economia Baretta frena. Dice che «non c’è nessuna ipotesi concreta», che il
governo «ci sta ragionando» e comunque le cifre sono quelle «stanziate
all’inizio e quelle del Giubileo». Ciò non toglie che qualcosa in corso si
possa trovare ma al momento al Tesoro non vogliono sbilanciarsi. La manovra
prevede per il settore difesa e sicurezza 74 milioni che devono servire a
rinnovare i contratti. Sono destinati ai 320 mila uomini delle forze di polizia
e ai 170mila delle forze armate. Si tratta di aumenti pari a circa 10 euro mensili.
Una cifra che si commenta da sola.
Alfano parla
anche di potenziamento degli organici. Vediamoli. Attualmente vige il blocco
del turn over pari al 55%. il che significa che ogni cento pensionati ci sono
55 assunzioni. Dal 2009, procedendo di blocco in blocco più o meno radicale,
c’è stata una perdita di 45mila unità nelle forze dell’ordine di cui 18mila
nella polizia di Stato. La riforma Madia della pubblica amministrazione ha dato
il colpo di grazia azzerando le vancanze di organico. Il che vuol dire che gli
organici sono quelli presenti al momento di entrata in vigore della legge.
Pertanto quando Alfano dice che sono state assunte 2.500 persone, «è falso»
spiega Tonelli perchè se sono andate in pensione 5mila unità ci sono 2.500
persone in meno.
Con
l’azzeramento delle vacanze organiche ogni anno vanno persi 2.500 uomini. Non
solo. La riforma Madia prevede anche la razionalizzazione degli uffici che nel
linguaggio della burocrazia significa semplicemente la chiusura.
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- ECCO I TAGLI
- Dalle tabelle del Bilancio di previsione 2016 e del Bilancio Pluriennale 2016-2018 del ministero dell’Interno che riflettono la precedente legge di Stabilità, si legge che gli stanziamenti per «la missione ordine pubblico e sicurezza» nel 2016 sono scesi di 491 milioni. Per il 2017 il taglio sale a 578 milioni e per il 2018 a 626 milioni.Risultano particolarmente penalizzati i programmi del «servizio permanente dell’Arma dei carabinieri» e della «pianificazione e coordinamento delle Forze di polizia». Per i carabinieri il taglio nel 2016 è di 317 milioni mentre per le Forze di polizia la decurtazione è di 190 milioni. La scure si è abbattuta anche sui vigili del fuoco. Nel 2016 perdono 138 milioni e nel 2017 altri 5 milioni.
Veniamo ai fondi. Queste sforbiciate «rischiano di mandare al collasso il settore» afferma Tonelli. Vengono infatti compromessi l’addestramento, il ricambio dei mezzi e la loro manutenzione, l’operatività sul territorio. «Ci si interroga sulla velocità di reazione delle forze di sicurezza nel caso di un attacco terroristico» spiega il leader del Sap. A fronte di questo scenario «le parole di Alfano appaiono davvero una patacca».