ARRESTATI DUE CARABINIERI: AVEVANO GUADAGNATO LA FIDUCIA DI UN PENTITO
Muti davanti alle pretese del pentito e sordi di fronte al passaggio di consegne e d’informazioni che questi riversava ad altri affiliati: i carabinieri si erano guadagnata la sua fiducia. Anziché rispettare il codice di comportamento che impone una distanza fra sé e la persona da tutelare, Abbina e Pistelli si prestavano a spalleggiarlo, evitando di intromettersi durante conversazioni sospette, incontri riservati e missioni dubbie. Ma soprattutto fornendogli informazioni riservate. «Dalle intercettazioni emergeva — si legge — come Bisognano godesse di assoluta libertà di movimento in ragione dei rapporti particolarmente confidenziali intrattenuti con i componenti della scorta».
Se i carabinieri l’abbiano fatto per soldi o altri favori, non è ancora chiaro mentre si sa che ad aiutarli si sarebbe prestato anche un terzo collega, ora indagato, Domenico Tagliente. Lunedì prossimo l’interrogatorio a Rebibbia del pm Maurizio Arcuri con Bisognano.