ARRESTATI 5 AGENTI PENITENZIARI: “LIMA E TELEFONINO PER L’EVASIONE DI TRE DETENUTI”
L’accusa è pesantissima: avrebbero intascato denaro per favorire
l’evasione di tre detenuti dal carcere di Varese. Cinque agenti della polizia
penitenziaria sono stati arrestati in servizio mentre polizia, carabinieri e
uomini della guardia di finanza compivano numerose perquisizioni ordinate dal
sostituto procuratore Annalisa Palomba. Le carte degli investigatori raccontano
che i cinque hanno fatto entrare nel penitenziario una lima e un telefono
cellulare che i tre, tutti romeni, hanno usato per scappare.
L’evasione fu nel 2013, il 21 febbraio, e fece scalpore perché sembrava
uscita da un copione cinematografico. I tre avevano segato le sbarre della
finestra della loro cella con una lima, poi – utilizzando le lenzuola annodate
– erano riusciti a calarsi dal muro di cinta e a fuggire dal carcere dei Miogni
nel cuore della notte. L’accusa che il pm porta avanti è che quella lima sia
stata fatta entrare nel penitenziario dagli agenti insieme con un telefono che
sarebbe stato utile per il periodo di latitanza. Lima e cellulare sarebbero
stati introdotti in carcere dalla fidanzata di uno dei tre detenuti durante i
colloqui: la donna avrebbe nascosto la lima in una cintura e il telefonino
nelle parti intime.
uscita da un copione cinematografico. I tre avevano segato le sbarre della
finestra della loro cella con una lima, poi – utilizzando le lenzuola annodate
– erano riusciti a calarsi dal muro di cinta e a fuggire dal carcere dei Miogni
nel cuore della notte. L’accusa che il pm porta avanti è che quella lima sia
stata fatta entrare nel penitenziario dagli agenti insieme con un telefono che
sarebbe stato utile per il periodo di latitanza. Lima e cellulare sarebbero
stati introdotti in carcere dalla fidanzata di uno dei tre detenuti durante i
colloqui: la donna avrebbe nascosto la lima in una cintura e il telefonino
nelle parti intime.
Nonostante la sua spettacolarità, la fuga non durò che pochi giorni: uno
dei tre fu rintracciato subito dopo in Svizzera. Stessa sorte anche per il
secondo, che fu catturato in un albergo non lontano da Lugano. Il
terzo fu preso poco dopo nel Pavese. Uno dei detenuti, Mikea Victor Sorin, 29 anni,
stava scontando una condanna definitiva per sfruttamento della prostituzione.
Gli altri due, Daniel Parpalia e Marius Georgie Bunoro, rispettivamente di 28 e
23 anni, erano ancora in attesa di giudizio per furto aggravato. Condividevano
la stessa cella e insieme avevano pianificato la fuga. Dopo aver segato le
sbarre di un bagno adiacente alla stanza avevano raggiunto il cortile, impilato
alcuni cassonetti per salire sul muro di cinta e si erano calati all’esterno
utilizzando le lenzuola.
dei tre fu rintracciato subito dopo in Svizzera. Stessa sorte anche per il
secondo, che fu catturato in un albergo non lontano da Lugano. Il
terzo fu preso poco dopo nel Pavese. Uno dei detenuti, Mikea Victor Sorin, 29 anni,
stava scontando una condanna definitiva per sfruttamento della prostituzione.
Gli altri due, Daniel Parpalia e Marius Georgie Bunoro, rispettivamente di 28 e
23 anni, erano ancora in attesa di giudizio per furto aggravato. Condividevano
la stessa cella e insieme avevano pianificato la fuga. Dopo aver segato le
sbarre di un bagno adiacente alla stanza avevano raggiunto il cortile, impilato
alcuni cassonetti per salire sul muro di cinta e si erano calati all’esterno
utilizzando le lenzuola.