ARRESTATI 4 SOTTUFFICIALI DEI CARABINIERI:SPACCIAVANO LA DROGA SEQUESTRATA DAI COLLEGHI
che arrestano carabinieri. Un’indagine partita intercettando un gruppo di pusher e che ha portato
all’amara scoperta. Quattro mele marce nell’Arma dei carabinieri che in
cambio di informazioni non solo chiudevano un occhio e consentivano agli
spacciatori di continuare indisturbati la loro attività, ma rivendevano la
droga sequestrata. Sequestri che però sulla carta non era formalizzati.
veniva rimessa sul mercato. Per questo stamattina all’alba sono stati
ammanettati dai loro stessi colleghi. Quelli buoni. Quelli che credono che il
mestiere del carabinieri sia una missione per proteggere i più deboli.
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Si
tratta di quattro sottufficiali del nucleo investigativo di via Selci: Antonio
De Cristofare, Massimiliano Marrone, Bruno Sepe e Claudio Saltarelli. I 4
erano stati allontanati un mese fa dal reparto con una scusa e destinati ad
uffici non operativi. Gli altri 5 arrestati sono spacciatori e confidenti dei
militari.
Investigativo del Comando provinciale di Roma hanno eseguito un’ordinanza di
applicazione della custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il
tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica di Roma –
Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 9 persone ritenute
responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito
di sostanze stupefacenti e peculato.
L’indagine trae origine dalla necessità di verificare il coinvolgimento
nell’attività di cessione di stupefacenti di quattro Carabinieri, inseriti
all’epoca dei fatti in una struttura investigativa deputata al contrasto dello
spaccio di droga ed attualmente destinati ad un’articolazione logistica
dell’Arma.
Gli approfondimenti investigativi sono stati affidati alla più prestigiosa
unità investigativa della capitale, capace di neutralizzare gli insidiosi
stratagemmi e le cautele attuate dai carabinieri indagati per non incorrere nel
disvelamento delle loro azioni illecite.
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Il rigore con cui sono stati svolti
gli accertamenti investigativi, la cura, la solerzia istituzionale, sempre
rivolta a tutelare la sicurezza dei cittadini hanno consentito di smascherare i
loschi traffici tra i quattro militari e i loro cinque complici confidenti
– oggi raggiunti dal medesimo provvedimento cautelare in carcere – i
quali si occupavano della custodia e della successiva commercializzazione dello
stupefacente sottratto nel corso di sequestri antidroga.