Armenia e Azerbaigian firmano alla Casa Bianca un accordo di pace che istituisce la “Trump Route”
Alla Casa Bianca, venerdì, i leader di Armenia e Azerbaigian hanno siglato un accordo di pace storico, mediato dagli Stati Uniti, che mette fine a quasi quarant’anni di conflitto nella regione del Caucaso meridionale. Il patto, sottoscritto anche da Washington, prevede la riapertura di rotte di trasporto strategiche e consolida la posizione americana in un’area dove l’influenza russa è in netto declino.
Elemento centrale dell’intesa è la creazione di un importante corridoio di transito, battezzato “Trump Route for International Peace and Prosperity”. “È un grande onore per me” ha dichiarato Donald Trump, precisando però: “Non l’ho chiesto io”. Secondo un alto funzionario dell’amministrazione, a proporre il nome sarebbero stati gli armeni.
Oltre all’accordo congiunto, sia Armenia che Azerbaigian hanno firmato intese bilaterali con gli Stati Uniti per rafforzare la cooperazione in ambito energetico, tecnologico ed economico, senza che siano stati diffusi ulteriori dettagli.
Il momento simbolico della firma è stato suggellato da una stretta di mano tra il presidente azero Ilham Aliyev e il primo ministro armeno Nikol Pashinyan, con Trump al centro a unire le mani dei due leader.
President Ilham Aliyev, President of the United States of America Donald Trump, Prime Minister of the Republic of Armenia Nikol Pashinyan signed the Joint Declaration on the meeting between the President of the Republic of Azerbaijan and the Prime Minister of the Republic of… pic.twitter.com/JDzz1QWwx0
— Ilham Aliyev (@presidentaz) August 8, 2025
Lo scontro tra i due Paesi, ex repubbliche sovietiche, è durato quasi quattro decenni e ha avuto come epicentro il Nagorno-Karabakh, popolato in maggioranza da armeni in epoca sovietica ma situato entro i confini dell’Azerbaigian. Dopo guerre e scontri che hanno causato decine di migliaia di vittime e fallimenti di mediazioni internazionali, Baku ha riconquistato l’intero Karabakh nel 2023, avviando trattative per normalizzare i rapporti con Erevan.
Trump, che da tempo coltiva un’immagine di mediatore e aspira al Nobel per la pace, ha aggiunto così un altro successo alla serie di accordi economici e diplomatici siglati quest’anno. Sia Aliyev che Pashinyan hanno riconosciuto il ruolo decisivo del presidente americano e del suo team, unendosi al coro di leader e funzionari stranieri che sostengono la sua candidatura al Nobel.
“Stiamo gettando le basi per scrivere una storia migliore di quella che abbiamo avuto in passato”, ha detto Pashinyan, definendo l’intesa “una pietra miliare significativa”. Aliyev ha lodato la rapidità dell’iniziativa: “Il presidente Trump in sei mesi ha fatto un miracolo”.
Lo stesso Trump ha sottolineato la durata del conflitto: “Trentacinque anni hanno combattuto, e ora sono amici e resteranno amici a lungo”. Il corridoio, che collegherà l’Azerbaigian con l’exclave autonoma di Nakhchivan, separata da un tratto di territorio armeno largo 32 chilometri, era stato uno dei principali nodi irrisolti nei negoziati. Per Baku, produttore di petrolio e gas, rappresenta anche un collegamento diretto verso la Turchia e quindi verso l’Europa. “Dovremo andare a vederlo”, ha aggiunto Trump, dicendosi “molto fiducioso” sulla pace duratura tra i due Paesi.
La firma dell’accordo rappresenta anche un colpo geopolitico per la Russia, storicamente mediatrice nel Caucaso meridionale e impegnata a rafforzare la propria influenza nella regione, ma sempre più indebolita dopo l’invasione dell’Ucraina del 2022.
L’amministrazione Trump ha intensificato i contatti con Erevan e Baku all’inizio di quest’anno, quando l’inviato speciale Steve Witkoff ha incontrato Aliyev a Baku, avviando quello che un alto funzionario ha definito un “reset regionale”.
I negoziati per lo sviluppo della Trump Route – che comprenderà ferrovia, oleodotti, gasdotti e linee in fibra ottica – dovrebbero iniziare già la prossima settimana. Almeno nove sviluppatori hanno manifestato interesse, ha riferito lo stesso funzionario in un briefing con la stampa.


