Appuntato degradato dall’Arma: approfittava di riparazioni gratuite, consumazioni al bar, sigarette e sponsorizzazioni per gare canine
Il ricorrente, Appuntato Scelto dell’Arma dei Carabinieri in servizio presso l’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Sala Consilina, ha impugnato la “perdita del grado per rimozione per motivi disciplinari”, ai sensi degli articoli 861 e 867, dlgs 66/2010 e la conseguente cessazione dal servizio permanente ed iscrizione d’ufficio nel ruolo dei militari di truppa dell’Esercito Italiano, senza alcun grado.
Secondo gli addebiti il ricorrente si sarebbe recato frequentemente presso un’officina meccanica di Sala Consilina (SA) a volte anche in uniforme, ottenendo da questi diverse riparazioni delle vetture in uso a lui ed alla sua compagna, senza corrispondere né il pagamento dei pezzi di ricambio né della manodopera quantificati in circa venti ore lavorative.
Nello stesso arco temporale inoltre, con cadenza pressoché quotidiana, si recava nella medesima officina meccanica per consumare il caffè dall’apposito erogatore collocato all’interno dell’officina; inoltre, senza alcun permesso, si appropriava di un numero imprecisato di pacchetti di sigarette che il proprietario custodiva all’interno di un armadietto ubicato vicino all’erogatore del caffè; in tale contesto, altresì, si rivolgeva con tono imperativo e di scherno nei confronti di un dipendente dell’officina dicendogli “fammi un caffè ed offrimi una sigaretta”, obbligandolo quindi ad abbandonare il suo lavoro per assecondare la sua richiesta; in diverse occasioni, inoltre, il ricorrente adducendo di dover organizzare delle gare canine chiedeva di versare come sponsor somme di denaro contante; alle rimostranze di quest’ultimo lo stesso indagato rispondeva dicendo che se non avesse pagato gli avrebbe elevato una contravvenzione con la conseguenza di un esborso maggiore; perseverando nella sua condotta di soprusi e prevaricazioni il ricorrente, in più occasioni dal luglio 2014 sino all’agosto 2017, spesso anche in uniforme ed in altre circostanze anche in compagnia della famiglia, si sarebbe recato all’interno di un bar di Sala Consilina e dopo aver consumato caffè, cornetti, bibite ecc. sarebbe andato via dicendo “paga tutto lui”, indicando proprio lo stesso proprietario dell’officina che, intimorito ed in uno stato di soggezione, si determinava nel pagare.
Un giorno, all’inizio del mese di agosto 2017, il ricorrente recatosi nel medesimo bar unitamente al proprio nucleo familiare e dopo aver effettuato delle consumazioni, si sarebbe avviato all’uscita indicando alla cassiera il titolare dell’officina, il quale stanco e contrariato rispondeva “Io non pago niente” ed usciva; l’epilogo del citato episodio avveniva fuori dal citato locale, dove il ricorrente, in conseguenza del diniego opposto nel pagare le sue consumazioni, proferiva nei suoi confronti la seguente frase “Non ti preoccupare che ti sistemo io”; il successivo 24 agosto il ricorrente, durante un servizio di pattuglia mattutino, effettuò un controllo alla circolazione stradale a carico del titolare dell’officina contestandogli cinque infrazioni al codice della strada, sottoponendolo a perquisizione personale e veicolare nonché facendolo sottoporre presso l’Ospedale ad accertamenti tesi ad accertarne la guida sotto l’effetto di alcool e stupefacenti che davano esito negativo);
Il T.A.R. Campania con una recente sentenza ha rigetto il ricorso, sottolineando che l’attività di indagine ha posto in evidenza che dall’esame degli atti del relativo fascicolo emergono le dichiarazioni rese da persone informate sui fatti che confermano che l’appuntato scelto in discussione fosse solito porre in essere, sia in servizio che fuori dal servizio, comportamenti riconducibili all’addebito contestato;
Sul piano disciplinare – ha ribadito il T.A.R. – i fatti contestati al ricorrente, indagato per concussione, sono connotati da indubbia gravità, sia in termini di violazione dei doveri attinenti al grado ed al giuramento prestato che di lesione al prestigio dell’Istituzione; gli stessi sono inoltre in palese contrasto con i principi-guida contenuti nel codice di comportamento per i dipendenti del Ministero della Difesa, in merito al comportamento da tenere nei rapporti privati.