Ambasciata russa a Roma: «Lince italiano distrutto in Ucraina. Contribuenti, siete felici ora?». Ma è una “bufala”
La Russia entra a gamba tesa, ancora una volta, nel dibattito politico italiano. E lo fa a modo suo: con un post provocatorio sui social nel giorno in cui in parlamento si discute sulla proroga dell’invio di armi all’Ucraina. «Made in Italy. L’auto blindata Lince MLV consegnata all’esercito ucraino vicino ad Artiomovsk (Bakhmut). Tutti i contribuenti italiani sono felici con tale destinazione dei loro soldi?», scrive l’ambasciata di Mosca a Roma su Facebook, in calce a una foto in cui si vede un blindato distrutto. L’immagine è presa dall’alto, probabilmente da un drone, il veicolo appare quasi schiacciato a terra, le gomme sgonfie e impantanate nel fango, in mezzo a una strada di quello che appare un villaggio bombardato e deserto, tra piccole case di legno andate in frantumi. La sede diplomatica russa, non nuova a simili post tra il macabro e il sarcasmo, lascia intendere che si tratti di un blindato Lince pagato con i soldi degli italiani e inviato a Kiev.
La fake news di Mosca
Ma un sito di esperti di difesa, Ukraine Weapons Tracker, aveva già postato la stessa immagine ieri, spiegando che «un veicolo corazzato multiuso ucraino MLS Shield, undici dei quali sono stati acquistati in Italia da volontari, è stato danneggiato da un missile Grad russo nell’est» del Paese, dove nelle ultime settimane il fronte ristagna ma continua a mietere vittime. Il sito di tracciamento di armi in Ucraina si riferisce agli 11 blindati Shield acquistati dall’Italia l’estate scorsa dall’ex presidente Pedro Poroshenko, in parte con fondi propri e in parte con una raccolta fondi popolare, e donati alle forze di Kiev per sostenere la guerra contro gli occupanti russi. Secondo il sito, inoltre, il veicolo nella foto «ha subito lievi danni, ha protetto l’equipaggio ed è stato successivamente recuperato». Non si tratterebbe di un Lince, dunque, come suggerito dall’ambasciata di Mosca (anche la Russia peraltro è dotata di Lince, grazie a contratti per 200 mezzi conclusi negli anni passati), ma di un’altra mossa della propaganda russa per dividere l’opinione pubblica italiana sull’opportunità o meno di continuare a fornire gratuitamente aiuti militari a Kiev.
Il decreto armi
Un nuovo decreto per la proroga di un anno dell’invio di armi ed equipaggiamenti all’Ucraina sarà calendarizzato entro il 31 dicembre, ha assicurato intanto il ministro della Difesa Guido Crosetto dopo il ritiro di un emendamento presentato dai relatori Roberto Menia (FdI) e Clotilde Minasi (Lega) al decreto legge sulla partecipazione di personale militare al potenziamento di iniziative della Nato e sulle misure per il servizio sanitario della regione Calabria. Le opposizioni infatti ne avevano chiesto lo stralcio: il Pd, pur ribadendo il diritto dell’Ucraina a difendersi, aveva sottolineato come un tema come quello della guerra meritasse un decreto ad hoc e non «un emendamento dei relatori, e non del governo, a un decreto con tutt’altro oggetto». Per il M5S «è una questione di democrazia. Il governo abbia il coraggio di venire in Parlamento a spiegare e ad affrontare il dibattito che una simile decisione richiede». «Il governo non si è mai nascosto sulle necessarie autorizzazioni per l’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina. Abbiamo dato più volte ampia e totale disponibilità di riferire alle Camere», ha spiegato Crosetto dopo aver ricevuto garanzie «di tutti i gruppi parlamentari a calendarizzare un decreto sul merito della questione e ad approvarlo entro il 31 dicembre 2022».