Aggressione Brumotti, giornalista di Striscia “pestato a sangue” in ospedale denuncia: “Poliziotti mi hanno chiesto di cancellare il video”
Non sarebbe finita nell’inferno del quartiere San Bernardino la giornataccia di Vittorio Brumotti e della troupe di Striscia La Notizia, ma proseguita in ospedale, se è vero, come hanno denunciato nel video girato il 6 ottobre scorso e trasmesso nella puntata di ieri sera di Striscia La Notizia, l’inviato Vittorio Brumotti e il giornalista Vincenzo Rubano, che l’uomo che ha mostrato i genitali – arrestato ieri dalla polizia – avrebbe pestato a sangue il giornalista. Nel video – girato nei corridoi dell’ospedale – effettivamente si vede una persona inveire contro una telecamera e la vittima finire a terra e urlare. Poco dopo i poliziotti, avrebbero chiesto a Rubano – con toni perentori – di consegnargli il cellulare e di cancellare il video. Clicca qui per vedere il → video di Striscia
Questo il racconto di Vincenzo Rubano: “Mentre aspettavo Vittorio, all’improvviso, vedo arrivare in corsia quello che aveva mostrato i genitali. Inizia a inveire nei miei confronti, quello che aveva mostrato i genitali, io estraggo il cellulare e inizio a riprendere, riesce a divincolarsi dai sette poliziotti in borghese, fa uno slalom e riesce a raggiungermi. Io casco a terra e inizia a pestarmi a sangue, con diversi calci alla schiena e ad un braccio. A quel punto arrivano i poliziotti in borghese e riesco a bloccarlo e io trovo rifugio all’interno di una stanza, dopo qualche minuto arrivano i primi tre poliziotti e uno di loro mi chiede di consegnare il cellulare. Chiedo il perché e mi dice perchè aveva preso accordi con l’aggressore perché doveva cancellare il video. A quel punto io mi rifiuto ma lui inizia a inveire ancora più nei miei confronti. Dopo qualche minuto arrivano altri due poliziotti insieme all’aggressore e uno dei poliziotti mi dice vuole chiederti scusa, tu caccia il cellulare e cancella il video. Faccia a faccia con l’aggressore c’è un attimo di titubanza, poi dico di no e l’aggressore inizia nuovamente ad inveire nei miei confronti. La polizia riesce con non poche difficoltà a cacciarlo fuori dalla stanza. I poliziotti rientrano e a quel punto mi chiedono di nuovo il cellulare. Uno dei poliziotti in particolare inveisce violentemente nei miei confronti e a quel punto arriva anche Vittorio”.
Brumotti, uscito dalla sala, avrebbe trovato Vincenzo “terrorizzato con dei poliziotti che gli urlavano in particolar modo uno enorme, con l’armadio che andava contro e gli diceva, non me ne frega un c….di te, né di Brumotti, né di Striscia La Notizia, dammi il cellulare, cancella il video”. E ancora, spiega il campione italiano di bike trial, “e io dico, ma che video, che video. E lui terrorizzato, tremando, mi dice, ho ripreso perchè è entrato l’aggressore quello che ce lo faceva vedere, ci ha attaccato, mi voleva picchiare. Vedendo la situazione del genere, vado nel panico e ho detto se abbiamo un filmato lo dobbiamo tutelare. Allora decido di pormi tra Vincenzo e questa persona e inizio a dire fermi tutti, fermi tutti, non potete chiedere a lui di cancellare il video perché striscia la notizia sono io prendetevela con me e lui, in quel momento ci sian fatti l’occhiolino…”
Il giornalista vittima dell’aggressione riprende la parola e spiega l’escamotage utilizzato per salvare il girato: “Troviamo un escamotage, chiedo al più alto in grado lì presente di potergli inviare il video prima di cancellarlo, lui accetta. Nel frattempo io con una scusa riesco ad inviare il video ad un mio amico e a salvare la chat. Consegno il cellulare, cancellano tutto, ma per fortuna avevo già messo al sicuro il video”
Poi Brumotti conclude: “La cosa più grave, ragazzi, è che una volta che abbiamo fatto vedere che non avevamo più il video, si sono tranquillizzati, ma la cosa ancora più grave, che ci hanno ancora urlato dicendoci: voi non ci vivete qua, ve ne andate, noi stiamo qua. Cosa vuol dire? Fate voi”
“Di tutta questa vicenda di San Severo cosa ne pensa il Ministro Lamorgese – si interroga il conduttore di Striscia Roberto Lipari – abbiamo bisogno di spiegazioni perchè le zone d’ombra sono davvero tante.”