Accoltellato da due carabinieri fuori servizio, il pusher dice di essere vittima di un sistema di estorsioni
Sono in miglioramento le condizioni del pusher che nella notte tra venerdì 5 e sabato 6 luglio scorso è stato accoltellato da due carabinieri in un boschetto di Castiglione Olona (Varese), ma restano critiche.
Sottoposto a due interventi chirurgici all’ospedale di Circolo, il 37enne avrebbe iniziato a fornire la propria versione dei fatti agli inquirenti, parlando di un sistema di estorsioni di cui sarebbe vittima insieme ad altri. Intanto, il suo nome è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di spaccio. Per i due carabinieri, in carcere per tentato omicidio, sequestro di persona, rapine e porto abusivo di armi, sono previsti esami tossicologici che verificheranno il loro eventuale uso di sostanze stupefacenti.
“I due militari avrebbero chiesto a una pattuglia di allontanarsi”
“I due militari”, ha spiegato il procuratore Gustapane, “avrebbero chiesto poche ore prima dell’aggressione a una pattuglia della stazione carabinieri di Castiglione Olona, in servizio in quel territorio, di allontanarsi per evitare di far scoprire la loro presenza simulata in zona, apparentemente finalizzata ad accertare l’esistenza di possibili bivacchi o di spacciatori di sostanze stupefacenti nelle adiacenti zone boschive”.
Il presunto sistema di estorsioni
Il 37enne era stato raggiunto da alcune coltellate all’addome, sferrate dal brigadiere 32enne che ha detto di averlo fatto “per difendere il collega”. Tra le ipotesi che dovranno essere vagliate dai pubblici ministeri Lorenzo Dalla Palma e Marialina Contaldo, però, c’è quella del presunto pizzo o del sistema di estorsioni che regnerebbe tra i boschetti della droga di Varese.
L’uomo, infatti, avrebbe parlato agli inquirenti di diversi carabinieri, che non sarebbero dunque solo i due arrestati, che da tempo pretenderebbero denaro dagli spacciatori della zona in cambio di silenzio e protezione. L’accoltellamento, dunque, sarebbe avvenuto in seguito a un probabile rifiuto del 37enne di pagare ancora. Questa è, appunto, solo un’ipotesi, ma intanto, stando a quanto riportato dal quotidiano LaPrealpina, nell’avviso di garanzia notificato per gli accertamenti tecnici non ripetibili ci sarebbero altri indagati.