Matrimoni in GUS per i Carabinieri: proroga concessa, ma il sindacato chiede di più
Il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri ha accolto parzialmente la richiesta del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC) sulla questione delle uniformi per i matrimoni, concedendo una proroga fino al 25 gennaio 2025 per l’utilizzo della Grande Uniforme Speciale (GUS). Tuttavia, il sindacato non si ritiene pienamente soddisfatto e chiede l’annullamento totale della disposizione che ne vieta l’uso.
La controversia nasce dalla decisione dell’Arma di sostituire la tradizionale GUS con la Grande Uniforme di Cerimonia (GUCe) per le cerimonie nuziali. Il NSC ha sollevato diverse criticità, tra cui i costi e le difficoltà logistiche per i militari.
“La GUCe è una divisa che non viene fornita dall’Amministrazione e pertanto il carabiniere deve necessariamente procurarsela a sue spese”, sottolinea il sindacato nel comunicato. Inoltre, vengono evidenziati i problemi legati alla reperibilità della nuova uniforme, producibile solo in pochi negozi autorizzati concentrati in alcune città.
Il sindacato ha anche posto l’accento sugli aspetti morali e sociali della questione: “La percezione diffusa di questa disposizione è un senso di insoddisfazione, confusione e disaffezione verso l’Arma dei Carabinieri”, affermano i rappresentanti NSC.
Nonostante la proroga concessa, il sindacato insiste per un ripristino completo delle precedenti modalità, permettendo ai Carabinieri di indossare la GUS nei matrimoni “con il dovuto rispetto e decoro e pur sempre a fronte della prevista autorizzazione dell’Amministrazione”.