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Crisi di governo: dal Fisco ai bonus, tutte le riforme che rischiano di saltare

Se cade il governo Draghi addio alle riforme su Fisco, salario minimo, pensioni e ad alcuni provvedimenti cruciali per l’Italia. Ecco il punto della situazione.

di Pasquale Napolitano

In previsione del doppio passaggio in parlamento del presidente del Consiglio dimissionario Mario Draghi ci sono numerosi dossier aperti sul tavolo di governo e maggioranza. Se mercoledì l’esecutivo dovesse saltare, aprendo così la strada verso il voto anticipato (25 settembre o 2 ottobre), resterebbero congelati alcuni provvedimenti cruciali per il Paese.

La legge sulla Concorrenza

Il disegno di legge Concorrenza è uno dei provvedimenti richiesti dall’Ue per accedere ai fondi stanziati per l’Italia nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). È una legge che disciplina il mercato e la concorrenza in alcuni settori chiave: energia, rifiuti, porti, taxi, gas, concessioni balneari, farmacie. Il provvedimento è fermo alla Camera dei deputati per l’esame e deve ritornare al Senato per il via libera. I nodi da sciogliere, che hanno provocato fibrillazioni al governo, riguardano la liberalizzazione delle licenze taxi e la messa a gara delle concessioni balneari. Con lo stop alla legislatura, tutto rinviato.

La partita sul Fisco

La delega fiscale è l’altra grande riforma su cui il premier Mario Draghi ha garantito, per ottenere i fondi del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Dal taglio dell’Irpef alla riforma del Catasto: il provvedimento è fermo al Senato in attesa del via libera. Ma se si interrompe la legislatura l’iter dovrà ripartire dall’inizio.

Bonus da 200 euro e taglio del cuneo fiscale

L’inflazione morde le famiglie italiane. Il governo Draghi sta mettendo a punto un provvedimento per ridurre il cuneo fiscale, ossia la differenza tra il lordo e il netto in busta paga. Nel provvedimento dovrebbe entrare anche il ri-finanziamento del bonus di 200 euro, previsto per dipendenti, pensionati e autonomi. Ed infine l’ipotesi di una riduzione dell’Iva sugli aumenti dei beni di consumo più necessari.

Bollette e carburanti

Il decreto interministeriale firmato dai titolari dell’Economia Daniele Franco e Transizione ecologica Roberto Cingolani, che introduce lo sconto di 30 centesimi delle accise dei carburanti, scade il 2 agosto. Il provvedimento va rinnovato, altrimenti il prezzo sarà pieno. Dovranno essere rinnovati, fino a dicembre, gli interventi (bonus sociale per le famiglie) sulle bollette di gas e luce, che hanno bloccato gli oneri di sistema. La scadenza è fissata a settembre.

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) è la ragione per la quale è nato il governo Draghi. La torta di fondi messa a disposizione dell’Italia vale 191 miliardi di euro. Entro fine anno dovranno essere raggiunti 100 obiettivi: 45 ne sono già stati centrati nel primo semestre consentendo la richiesta della seconda rata da 24 miliardi. Ma ne mancano ancora 55 nella seconda parte dell’anno. Se l’Italia non raggiunge gli obiettivi (riforme richieste dall’Ue) i fondi vengono congelati.

Decreti che rischiano di cadere per la mancata conversione entro i 60 giorni

Ci sono alcuni decreti varati dal governo che vanno convertiti in legge (entro 60 giorni), altrimenti decadono. Se le Camere saranno sciolte, i decreti non potranno più essere convertiti in legge. Tra i più importanti il decreto Infrastrutture, che contiene la revoca delle concessioni a Autostrade dei parchi, e il decreto semplificazioni.

Salario minimo

La caduta del governo stopperebbe la trattativa, appena avviata, sul salario minino. C’è una proposta del ministro del Lavoro Andrea Orlando che punta ad aumentare lo stipendio di circa 3,3 milioni di lavoratori, i quali oggi guadagnano meno di 9 euro lordi ogni ora. C’è stato un incontro a Palazzo Chigi tra il premier Draghi e le parti sociali per trovare una bozza di intesa.

Ritorna la legge Fornero sulle pensioni

Dal primo gennaio 2023 non ci saranno più le quote (100 e 102). Ritorna la legge Fornero sulle pensioni: 67 anni e 20 di contributi per la pensione di vecchiaia oppure 42 anni e 10 mesi per la pensione anticipata, a prescindere dall’età anagrafica (un anno in meno per le donne). Il governo aveva avviato con i sindacati una trattativa per una riforma.

Legge di bilancio e il rischio dell’esercizio provvisorio

Nei giorni in cui con ogni ipotesi saranno fissate le elezioni (2 ottobre) il governo in carica dovrà mandare a Bruxelles il documento programmatico di bilancio che anticipa la legge di bilancio. Ovviamente, toccherà al nuovo governo varare la Manovra. C’è l’incognita sui tempi, tra insediamento del nuovo parlamento e giuramento del futuro governo. Se non si completa l’iter di approvazione della manovra entro il 31 dicembre si va in esercizio provvisorio. In pratica il governo sarebbe costretto a limitare e gestire le operazioni di ordinaria amministrazione.

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