Sparò al rivale in amore, poliziotto a giudizio
Rinviato a giudizio D. C., 38 anni, di Veroli, il poliziotto finito nei guai a febbraio dello scorso anno con l’accusa di lesioni volontarie aggravate dall’arma da fuoco e dalla premeditazione. Accusato di aver ferito il compagno della sua ex moglie con un colpo di pistola. Il ferito, dopo le prime cure all’ospedale “Fabrizio Spaziani” di Frosinone, era stato trasferito al policlinico “Umberto I” di Roma. Il verolano ha sempre sostenuto di aver agito per legittima difesa. L’agente è difeso dall’avvocato Nicola Ottaviani, mentre la parte civile dall’avvocato Enrico Pavia.
La ricostruzione
I fatti contestati risalgono a inizio febbraio del 2020, in località Currivè. Il trentottenne ha sempre sostenuto di aver agito per legittima difesa perché il ragazzo della sua ex avrebbe tirato fuori un coltello a serramanico.
Nel corso delle indagini preliminari sono state effettuate due consulenze: una medico legale e l’altra tecnico scientifica per capire se, come sostiene il poliziotto difeso dall’avvocato Ottaviani, il suo rivale abbia impugnato il coltello e se i colpi siano stati esplosi da quella pistola.
In sede di interrogatorio, il poliziotto dichiarò che aveva estratto la pistola senza puntare ad altezza d’uomo, ma per difendersi dall’estrazione di un coltello da parte dell’altro. All’inizio la versione era stata ritenuta non credibile, poi però, a seguito della perquisizione sul luogo di incontro invia Currivè, a La Mosca, zona alla periferia di Veroli, dove i due si erano dati appuntamento la sera del 5 febbraio del 2020 (da qui la contestazione della premeditazione) e dove gli investigatori trovarono un coltello su un cordolo di cemento a bordo strada, c’è stato il colpo di scena.
Un ritrovamento fortunoso visto che poteva finire sotto la strada e non trovarsi più. Confermata così la dichiarazione del poliziotto che si trattava di una difesa rispetto a una aggressione. Ieri il rinvio a giudizio. L’udienza è fissata al prossimo 22 gennaio nel tribunale di Frosinone.