Carabinieri

Il carabiniere adescatore della 13enne consegna pistola e tesserino. Perquisizione dei colleghi a casa e nel suo armadietto

Ha finto into di essere un 15enne, usando anche la foto di un ragazzino deceduto. E lo ha fatto per adescare tramite un social network una ragazzina di 13 anni. L’uomo ha scambiato per settimane con la giovanissima messaggi sessualmente espliciti, in alcuni parlando di pratiche sessuali molto “spinte”. Ma la chat è stata scoperta dal padre e dalla zia di lei. È stata poi la zia a continuare la chat con l’uomo, fingendosi la nipote. E grazie a questo che alla fine è stato organizzato un incontro, a Peschiera del Garda, in provincia di Verona. L’uomo sperava di incontrare la ragazzina, ma si è trovato di fronte la zia e la iena Veronica Ruggeri, la quale ha raccontato l’intera vicenda nel servizio andato in onda mercoledì sera nel popolare programma di Italia 1 Le Iene.

Ripreso dalle telecamere, l’uomo ha dichiarato di essere un impiegato, ma è stato incalzato dalla giornalista delle Iene che ha replicato che era un carabiniere. Quindi, da quanto emerge dalla puntata delle Iene, quest’uomo adulto, vicino ai 40 anni, avrebbe adescato una 13enne, avrebbe pagato per fare sesso con lei, l’avrebbe quasi spinta a fuggire di casa, promettendole un riparo, e il tutto usando l’immagine di un ragazzino morto per sembrare un 15enne. Tanti fatti gravi, di fronte ai quali l’uomo si è difeso in modi diversi. Prima ha dichiarato di aver capito che la 13enne aveva bisogno di aiuto e che i suoi messaggi spinti erano solo delle provocazioni per capire fino a che punto lei si sarebbe spinta. Poi, da quanto emerge dal lungo servizio delle Iene, ha ammesso di avere dei problemi ed ha assicurato che avrebbe contattato qualcuno per risolverli. Alla fine, però, ha voluto parlare in privato con la zia della giovane, cercando un modo per evitare la denuncia.

Inoltre, l’uomo ha pure cercato di colpevolizzare i famigliari della 13enne, dicendo che ad una ragazzina così giovane non avrebbero dovuto lasciare libero accesso ai social network e aggiungendo anche che non avrebbero dovuto continuare la chat con l’adescatore. In sostanza, avrebbe accusato i famigliari di non aver protetto bene una ragazzina da un pericolo.

E’ quindi emerso che l’uomo è effettivamente un carabiniere. Si tratta di un uomo originario di Forlì, ma in servizio in una caserma del Veneto. Da quanto emerge dai media locali di Verona, a distanza di pochissime ore dalla messa in onda del servizio, i carabinieri hanno fatto una perquisizione nella sua abitazione e nel suo armadietto in caserma, facendosi consegnare arma d’ordinanza e tesserino. Ora la vicenda, che era stata precedentemente denunciata, prima della messa in onda del servizio televisivo, è in mano alla Procura di Verona per i riscontri sui fatti spiegati dalla puntata delle Iene.

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