Marina militare

Cocer, Marescialli Marina Militare: “Abbassare l’età anagrafica incoraggiando con incentivi la fuoriuscita. Favorire l’arruolamento dei giovani”

Il 17 gennaio presso la commissione Difesa della Camera dei Deputati si è svolta l’audizione dei rappresentanti dei COCER-Interforze, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sullo stato del reclutamento nelle carriere iniziali delle Forze armate.

In particolare, riportiamo di seguito (il video al termine dell’articolo) l’intervento del delegato Co.Ce.R. per la Marina Militare Antonello Ciavarelli.

“Il principale obiettivo della cosiddetta “legge di Paola” fu quello di riformulare le percentuali di spesa tra: personale, esercizio e investimento in, 50%, 25% e 25%. Il Co.Ce.R. Interforze (in particolare qualcuno di noi) fece osservare fin da subito che non si era lontano da tali obiettivi se si consideravano le risorse per gli investimenti allocate presso il MISE. Per quanto era nelle possibilità della Rappresentanza militare (non avendo ancora un sindacato) si riuscì a dare delle garanzie per chi fuoriusciva anticipatamente e a recuperare parte dei risparmi per compensare con gli “accessori” l’aumento di lavoro perché diminuiti come numero.

Oggi è chiaro che la suddetta legge Di Paola, si è dimostrata fallimentare, nonché limitata nelle prospettive future.

Gli equipaggi della Marina di fatto vengono “cannibalizzati”. Non c’è personale e quindi al termine di lunghe missioni o navigazioni, anziché avere la possibilità di riprendere energie in periodi di lavoro in porto, vengono reimbarcati su altre navi che escono in mare per operazioni.

L’Italia ha bisogno della Marina e delle navi per garantire la sicurezza esterna. In particolare come Forza Armata proiettata lontana dalla Patria necessita di essere sussistente a se stessa, per questo serve personale in termini quantitativi ma anche qualitativi. Nello specifico dei M.lli della Marina la riduzione è troppo veloce e allo stesso tempo l’età anagrafica è rimasta alta. Da un lato ben vengano gli incentivi alle fuoriuscite, ma dall’altro se si vuole consentire l’accesso dall’interno, bisogna dare l’opportunità al personale appena transitato in Servizio permanente di accedere al ruolo Marescialli. Oggi nella migliore delle ipotesi si può accedere a tale ruolo dall’interno (che sono i numeri più consistenti) con un’età anagrafica di circa 34 anni, conseguenza di 7 anni di precariato e 7 in servizio permanente. Quindi la stragrande maggioranza non avrà mai la possibilità di raggiungere il grado apicale. Infatti, nell’immediato, si sta chiedendo in altri tavoli, che nei correttivi al riordino delle carriere si riducano i periodi nei vari gradi per le valutazioni al grado superiore, in particolare per il raggiungimento del grado apicale. Questi tipi di arruolamenti nel ruolo marescialli porterà a creare grosse difficoltà di impiego, soprattutto alla luce delle responsabilità di un ruolo direttivo che vedrà in soli rari casi i colleghi raggiungere il grado apicale.

Per ciò che concerne la Guardia Costiera, quest’ultima non è stata coinvolta nella riduzione. Al contempo però si è ai minimi termini. Con soli 10.000 Guardia Coste, non si può continuare a fare leva sull’entusiasmo e la passione dei colleghi per garantire i soccorsi in tutta Italia e la sicurezza in materie di polizia marittima, ambientale, sulla salubrità di tutta la filiera del pescato ecc.ecc.., con tutte le difficoltà connesse alle scarse risorse per l’esercizio inteso come logistica/alloggi, auto di servizio, straordinari, vestiario, carburante, armi e il conseguente addestramento ecc..

Anche per i marescialli delle Capitanerie vi è necessità, non di ridurre i numeri, ma di abbassare l’età anagrafica. Per il futuro è necessario dare l’opportunità a tutti di sviluppare la carriera non solo in termini gerarchici, ma anche di incarichi di prestigio connessi con il nuovo status di direttivi.

Morale della favola per la Forza Armata Marina in senso lato:

  1. Nell’immediato, per far fronte agli errori passati, bisogna correggere il riordino delle carriere che è servito per lo più a sistemare le problematiche della dirigenza lasciando i problemi agli altri ruoli;
  2. Aumentare le risorse per l’esercizio, in quanto a cascata hanno risvolti positivi sulla condizione economica, professionale e morale del personale;
  3. Per i marescialli abbassare l’età anagrafica incoraggiando con incentivi la fuoriuscita. Al contempo, però, favorire ed aumentare l’arruolamento dei giovani rendendo loro chiaro un futuro di carriera fatto di accrescimento culturale e di soddisfazioni professionali e personali.

 

Quindi, oltre la necessità di aumentare la quantità di arruolati non bisogna dimenticare quella di mantenere alta qualità. I giovani devono sapere che a fronte dei sacrifici personali per la sicurezza della Nazione, avranno in cambio rispetto, considerazione e riconoscimenti economici e morali, non precariato, sfruttamento ed eccesso di mobilità che si ripercuote sugli affetti famigliari che spesso compensano le lacune dell’amministrazione.

 

 

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