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L’HANNO FATTO ANCORA: “ACAB” SUL CIPPO IN MEMORIA DEL POLIZIOTTO MORTO A MESTRE

Un atto
vandalico che ha suscitato una generale indignazione, e in alcuni cittadini
anche un grande senso civico. Non è la prima volta che quel monumento viene
deturpato da quella sigla conosciuta in tutto il mondo:“Acab”, ossia “all
cops are bastards”.
 

Non
certo un complimento nei confronti delle forze dell’ordine che ogni giorno
lavorano per garantire la sicurezza dei cittadini (anche degli imbrattatori,
spiegò a suo tempo l’ex questore Fulvio della Rocca, quando già nel 2011 si era
verificato l’identico raid vandalico). 
Sabato,
i cittadini di Masegni & Nizioleti associazione Onlus, si sono rimboccati
le maniche, cancellando quelle scritte dissacranti
 e
restituendo integri un’opera e un simbolo.
Ancora
una volta qualcuno armato di bomboletta spray ha deciso negli ultimi giorni,
visto che la scritta era già visibile venerdì, di nascondere con la
sigla Acab, con tanto di stella a cinque punte a far da corollario, le parole
in memoria di Antonio Copia,
 il poliziotto che perse la vita
nell’aprile del 2009 a soli 27 anni in incidente che coinvolse la volante su
cui si trovava a bordo, intervenuta per la segnalazione di persone sospette
fuggite nel momento in cui era stato intimato loro l’Alt.
Il
cippo commemorativo si trova in viale San Marco, non lontano da San Giuliano.
 Inevitabile
che i colleghi dell’agente siano andati su tutte le furie, visto che non è la
prima volta che si verificano atti del genere. Il Siulp, sindacato italiano
unitario lavoratori di polizia, ha inviato una lettera al questore Angelo
Sanna, al commissario straordinario Vittorio Zappalorto e al prefetto Domenico
Cuttaia: “L’ennesima offesa ai caduti della polizia di Stato, é a dir
poco inaccettabile per tutti gli operatori in servizio nella città di Venezia
,
che qui lavorano a tutela della sicurezza pubblica – scrive il segretario
provinciale della sigla sindacale, Diego Brentani – Il vile e ingiustificato
danneggiamento al monumento eretto alla memoria del collega non può che essere
letto come un attentato alle forze di polizia e ai cittadini onesti.
Per
questo riteniamo ingiustificata la mancata installazione di una telecamera o di
apposita illuminazione ad un simbolo della sicurezza e della legalitá,
continuamente deturpato da vigliacchi che non hanno rispetto neppure nei
confronti dei defunti”.
Naturalmente
poi arriva la richiesta di “tempestiva rimozione delle scritte dal
monumento,
valutando ogni iniziativa utile a tutelare un simbolo fortemente
voluto dagli operatori di polizia che per anni hanno lavorato al fianco di
‘Tonino’ per la sicurezza della città”.
“Auguro
di tutto cuore a questo codardo, di aver presto bisogno dell’aiuto delle forze
dell’ordine, chissà, magari, considerato l’odio che ha nei nostri confronti,
deciderà di chiamare superman – commenta Mauro Armelao, segretario provinciale
dell’Ugl polizia di Stato –
 Si sa che purtroppo la mamma degli
imbecilli è sempre incinta.
Prima o
poi troveremo chi è stato, anche se nel frattempo confido vivamente
nell’intervento della giustizia divina. Intanto auspichiamo che la scritta
vergognosa venga rimossa subito e sia messa in sicurezza la lapide, magari
monitorata da delle telecamere.
Ditemi
voi se in un paese civile come l’Italia debbano succedere simili cose e se si
debba essere costretti a sorvegliare quello che dovrebbe essere un bene
intoccabile e inviolabile, proprio per ciò che rappresenta”. Un gruppo di
cittadini (in verità gruppi diversi) si è organizzato e ha ripulito tutto.

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