BARBATO SI SFOGA: “DOVEVANO ASCOLTARMI, SE PENSO CHE DEL SETTE E’ ANCORA AL SUO POSTO, COM’È GIUSTO CHE SIA…”
L’ex comandante dei vigili urbani: «Non mi hanno cacciato, il mio passo indietro causerà strascichi nel corpo» Nella bufera Barbato ci è finito dopo che Domenico Palmieri, ex sindacalista ed ex dipendente della provincia, che ai pm che indagano sugli affari del clan catanese Laudani al Nord, ha raccontato di un incontro con i fratelli Alessandro e Nicola Fazio, titolari del gruppo Securepolice. I due – sempre secondo le dichiarazioni rese da Palmieri – avrebbero offerto a Barbato di far pedinare un altro vigile, con cui aveva dei contrasti. In cambio il comandante della polizia locale avrebbe dovuto favorirli in alcune gare per la sicurezza del Comune. Dichiarazioni, queste, ancora tutte da riscontrare, ma sufficienti per far finire il capo dei ‘ghisa’ nell’occhio del ciclone.
“Quella di lasciare l’incarico di comandante della polizia municipale è stata una scelta, dopo il parere del Comitato per la legalità del Comune di Milano, che speravo fosse positivo mentre invece non è stato così. Adesso tutto il tempo libero che ho, lo utilizzerò per riabilitarmi da questa settimana di fango e insinuazioni che ho dovuto subire. Contro di me sono state usate parole di grande virulenza e ora non escludo di far partire diverse cause per diffamazione”. Le accuse che Domenico Palmieri, ex dipendente della Provincia,considerato il “facilitatore” degli affari del clan Laudani, gli ha mosso sono “solo fantasie”, spiega Barbato. Che non è indagato e proprio per questo dice di essere stato penalizzato.
“Sono l’unico che non ha letto le carte – dice – non sono mai stato ascoltato dal Comitato per la legalità: se fossi stato convocato, almeno mi sarei potuto difendere, avrei fornito qualche spiegazione. Dopo 35 anni di servizio, era doveroso ascoltarmi. Se penso che il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette è stato toccato dall’inchiesta Consip ed è ancora al suo posto, com’è giusto che sia….”.Unica consolazione, in queste ore “difficili”, sono state “le centinaia di messaggi di solidarietà” che Barbato ha ricevuto “da altri esponenti delle forze dell’ordine, comandanti di altri corpi della polizia locale, cittadini, professori universitari, colleghi. Questo – aggiunge – mi aiuta e da la forza di andare avanti”. L’intera vicenda “mi lascia con l’amaro in bocca – conclude Barbato – e adesso la mia ossessione sarà ristabilire la verità”.