La Fermezza del Futuro: all’Accademia Militare la consegna dello spadino al 207° corso
Un rito di passaggio nel cuore dell’Accademia
Nel suggestivo Cortile d’Onore dell’Accademia Militare, si è svolta nei giorni scorsi la cerimonia di consegna dello spadino al 207° corso “Fermezza”, evento solenne che segna per i giovani cadetti l’ingresso ufficiale tra le fila degli Allievi Ufficiali. Un momento carico di simbolismo e tradizione, che rinnova un legame antico tra onore, disciplina e spirito di corpo.
Il messaggio del Generale Messina: “Fermezza e visione per il futuro”
A presiedere la cerimonia, il Generale di Divisione Stefano Messina, Comandante dell’Istituto di Formazione, che ha rivolto ai cadetti parole di grande intensità e ispirazione.
“Unire fermezza e flessibilità, tradizione e innovazione, disciplina e visione. Solo così sarete Comandanti all’altezza delle sfide di questo secolo”, ha affermato il Generale, richiamando i valori che danno nome al corso.
Soffermandosi sul significato dello spadino, Messina ha ricordato come esso rappresenti più di un simbolo:
“Non è un semplice simbolo, ma una promessa. La promessa di restare fedeli alla scelta che avete compiuto, di incarnare con coerenza e orgoglio i valori dell’Accademia.”
Il passaggio di testimone: dal 206° “Dignità” al 207° “Fermezza”
Il momento più intenso della cerimonia è stato il passaggio dello spadino dal 206° corso “Dignità” al 207° corso “Fermezza”, accompagnato dal tradizionale augurio corale “Buona fortuna!” rivolto dai cadetti del secondo anno ai nuovi arrivati.
Un gesto che sancisce il gemellaggio tra i due corsi e il passaggio ideale di valori, impegno e dedizione.
Padre e figlio uniti dalla stessa fiamma
Particolarmente toccante la scena del passaggio dello stemma di corso tra un padre e suo figlio, rispettivamente ex allievo del 167° corso e allievo del 207°, simbolo della continuità delle tradizioni e della trasmissione dei valori dell’Accademia Militare.
La cerimonia ha visto anche la presenza di numerosi Ufficiali tornati per celebrare il 40° anniversario del proprio corso, rafforzando il senso di appartenenza a una comunità che non conosce tempo.
“Una Acies”: l’inno che unisce le generazioni
A chiusura dell’evento, l’intero Reggimento Allievi ha intonato l’inno “Una Acies”, suggellando l’unione tra i corsi e la fedeltà alla grande famiglia dell’Accademia Militare. Le parole del canto, intrise di orgoglio e dedizione, hanno riecheggiato nel cortile come un giuramento collettivo:
“Siamo figli di un’unica schiera, una schiera di mille soldati; sono nostri fratelli gli Eroi, che ci guardano invitti dal ciel!”
Fermezza, il nome e la promessa
Con il grido di incoraggiamento “Buona fortuna ai cappelloni del 207° corso ‘Fermezza’!”, la cerimonia si è conclusa tra applausi ed emozione.
Il 207° corso entra così nella storia dell’Accademia Militare, portando con sé il peso e l’onore di un nome che è già un programma: Fermezza, virtù imprescindibile di chi ha scelto di servire con coraggio, disciplina e spirito di sacrificio l’Italia e le sue Forze Armate.
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