Carabinieri

Gaza, il generale Luongo: “Portiamo la cultura della pace”: il ritorno dei Carabinieri al valico di Rafah

 

Oggi è il giorno del ritorno dei carabinieri al valico di Rafah. Il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Salvatore Luongo spiega al “Corriere della Sera” qual è il significato della presenza dell’Arma in una missione tanto importante: “È una svolta di grande significato. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha autorizzato un contingente di otto militari a riprendere le attività nell’ambito della missione dell’Unione Europa denominata Eubam Rafah, con il compito di fornire assistenza all’autorità palestinese per la riapertura del valico e per avviare un’attività di formazione per le future forze che presidieranno l’area. La missione – continua – si inserisce in un’azione più ampia che l’Arma porta avanti da anni in quella regione: dal 2014 ad oggi abbiamo formato circa 4 mila operatori di polizia palestinese. Non si tratta solo di numeri: è la trasmissione di un metodo, di una cultura del servizio che guarda alla sicurezza come strumento di stabilità e convivenza”.

Il generale osserva che “le nostre missioni militari all’estero vanno oltre la semplice dimensione tecnico-operativa. Quando operiamo in teatri di grande fragilità, come Gaza o altre aree di crisi, ci mettiamo al servizio della pace e della stabilità internazionale portando con noi qualcosa di unico: un modello non solo professionale, ma soprattutto culturale. Quando formiamo le forze di polizia in contesti così difficili esportiamo i valori di integrazione e accoglienza che contraddistinguono il popolo italiano e di cui l’Arma è piena espressione. I carabinieri e le nostre stazioni – aggiunge Luongo – sono luoghi di prossimità, di vicinanza, di solidarietà. In Italia come all’estero. Tutti ce lo riconoscono, tutti chiedono che ‘intervengano i carabinieri’”.

La strage in provincia di Verona ha segnato profondamente il Paese: “È stato, per me, un dolore enorme, profondo, lacerante. L’ho vissuto sulla mia pelle insieme all’intera Arma. Una tragica ferita per tutta l’Arma e per l’intera Nazione. I nostri tre colleghi Marco, Valerio e Davide, voglio ricordare ancora una volta i loro nomi, hanno perso la vita nell’adempimento del loro dovere e per portare a termine la missione istituzionale. II loro sacrificio incarna l’essenza del carabiniere: agire con fedeltà al proprio giuramento, difendere la vita e custodire la dignità di ogni persona. Come comandante generale, vivo questo momento con un’emozione che è difficile da esprimere a parole”. Oggi, ai funerali di Padova, “ci stringeremo tutti insieme attorno ai familiari di questi nostri commilitoni.

È nostro dovere sostenerli e accompagnarli in questo momento di dolore indicibile. Ed è nostro dovere fare in modo che il loro sacrificio non sia vano, ricordandoli sempre, alimentando di nuova linfa la nostra motivazione”. Il comandante ha riunito al Comando generale i suoi carabinieri per condividere il dolore: “È stato un momento di raccoglimento, un’esigenza che ho avvertito dal profondo del cuore e un modo per riunire idealmente, intorno a me e a noi, tutti i carabinieri d’Italia. In questo momento non è affatto scontato, o retorico, pensare al valoroso sacrificio di Salvo D’Acquisto e anche al più recente esempio di Carlo Legrottaglie. La nostra opera infatti si fonda soprattutto sull’impegno silenzioso di tanti donne e uomini che rinnovano ogni giorno il loro giuramento”.

Ieri è stato l’anniversario del rastrellamento nazista al Ghetto di Roma: “Quella è stata una delle pagine più buie della nostra storia. I gerarchi nazisti avevano già pianificato il rastrellamento degli ebrei romani, ma sapevano che l’ostacolo più insidioso sarebbero stati proprio i carabinieri, che certamente si sarebbero opposti a un tale scempio. Purtroppo, l’antisemitismo rappresenta oggi uno degli aspetti più preoccupanti all’indomani del 7 ottobre 2023. Per far fronte a questa deriva – conclude Luongo -, sono stati rafforzati tutti i dispositivi di osservazione e controllo sugli obiettivi riconducibili allo Stato di Israele e alle comunità ebraiche d’intesa con il ministero dell’Interno”.

 

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