“La sicurezza non si dilaziona”: l’allarme sulle carenze nei servizi di Ordine Pubblico della Guardia di Finanza
La denuncia: “I Finanzieri non possono essere lasciati soli”
Un grido d’allarme che risuona forte e chiaro da Nord a Sud del Paese. Il Sindacato Italiano Autonomo Finanzieri (S.I.A.F.), in un comunicato diffuso il 7 ottobre 2025, torna a battere con forza sul tema della sicurezza del personale impegnato nei servizi di Ordine Pubblico e di supporto operativo.
Una questione non nuova, ma che – alla luce dei recenti episodi di violenza nelle manifestazioni pro-Palestina e del ferimento di quattro militari a Messina – assume ora i toni dell’emergenza strutturale.
“La sicurezza dei Colleghi impegnati nei servizi di Ordine Pubblico o di supporto – si legge nel comunicato – è un’assoluta e non negoziabile priorità.”
Un Paese in tensione, uomini senza protezione
Il S.I.A.F. fotografa un quadro inquietante: mancanza cronica di mezzi, dispositivi di protezione individuale obsoleti e formazione inadeguata per il personale impiegato nei servizi più delicati.
Una realtà che, secondo il sindacato, non risparmia nessuna regione e rischia di “mettere in pericolo l’incolumità e l’efficacia operativa dei Finanzieri”.
“Assistiamo a un periodo di crescente instabilità sociale – scrive l’organizzazione – come dimostrato dalle recenti e violente manifestazioni pro-Palestina che, in diverse città d’Italia, hanno generato scontri e il ferimento di operatori delle Forze dell’Ordine.”
Nel mirino, la “logica dannosa dell’eterna eccezione”, ovvero la tendenza – denunciata dal S.I.A.F. – a rimandare gli investimenti in sicurezza, chiedendo agli operatori di “sopperire con il proprio coraggio e la propria incolumità fisica a carenze che dovrebbero essere risolte a livello centrale”.
Il caso Messina: quattro militari feriti, mezzi ancora assenti
A rendere ancora più evidente la gravità della situazione è l’episodio accaduto di recente a Messina, dove quattro militari ATPI sono rimasti feriti durante un servizio di Ordine Pubblico.
Il Reparto, denuncia il sindacato, era sprovvisto dell’idoneo mezzo specializzato per l’intervento, richiesto da mesi.
“Questo non è un incidente isolato – avverte il S.I.A.F. – ma l’esempio lampante di come la carenza di mezzi e di un adeguato addestramento possa trasformarsi in un danno per il personale.”
Le richieste: piano straordinario e formazione obbligatoria
Il sindacato, “con la massima fermezza e preoccupazione”, chiede al Comando Generale e al Ministero dell’Economia e delle Finanze interventi immediati e strutturali.
In particolare, vengono avanzate due proposte operative:
- Un piano nazionale di adeguamento strumentale, con “la fornitura indefettibile di equipaggiamenti, mezzi e strumenti efficaci e moderni” e “l’immediato rifornimento dei mezzi di Ordine Pubblico richiesti, come nel caso di Messina”.
- Un programma di formazione specifica e continua, “intensiva e obbligatoria”, per tutti i Finanzieri destinati ai servizi di Ordine Pubblico – anche marittimo – per evitare l’impiego di personale non addestrato.
“Deve essere esclusa, per principio, l’utilizzazione di unità non addestrate per sopperire a carenze di organico – si legge ancora nel testo – poiché questo comportamento mette a repentaglio non solo gli operatori, ma anche la sicurezza pubblica.”
Un segnale da ascoltare, prima che sia troppo tardi
Il tono del comunicato è netto, quasi un ultimatum: basta rinvii, basta silenzi.
Il S.I.A.F. chiede che l’Amministrazione “colga i segnali che ormai arrivano ogni giorno dal personale”, rispondendo con fatti concreti e non con nuove dilazioni.
Perché dietro ogni uniforme, ricorda il sindacato, c’è un uomo, una donna, una vita da proteggere.
E la sicurezza degli operatori non è una concessione amministrativa, ma un dovere istituzionale.
“È tempo di onorare l’impegno quotidiano di ogni Finanziere – conclude la nota – ponendo fine alla logica della dilazione e restituendo dignità e protezione a chi, ogni giorno, serve lo Stato.”
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