In tre sul motorino, folle inseguimento e poliziotto aggredito finisce al pronto soccorso. Il tunisino fermato? Solo denunciato.
La scena surreale in piena notte
Viaggiavano in tre su uno scooter bianco, sfidando ogni regola del codice della strada e del buon senso. Erano circa le 2 della notte tra venerdì 29 e sabato 30 agosto, quando i tre, invece di fermarsi all’alt intimato dalla polizia, hanno deciso di proseguire la loro corsa. Tutto è accaduto in piazza della Repubblica, cuore della città, durante il consueto servizio di pattugliamento del territorio.
L’inseguimento e la fuga a piedi
Alla vista della volante, gli uomini dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura, non hanno esitato a intervenire. Ne è nato un inseguimento serrato, conclusosi con il fermo di uno dei tre: un ventottenne di nazionalità tunisina. Gli altri due, invece, hanno approfittato della confusione per scappare a piedi, riuscendo nell’immediatezza a far perdere le proprie tracce. Ma la fuga potrebbe avere vita breve: sono già in corso indagini e l’analisi delle telecamere di sorveglianza della zona potrebbe presto restituire nomi e volti ai fuggitivi.
La reazione violenta e l’aggressione
Il giovane fermato non si è arreso facilmente. Ha cercato di divincolarsi, arrivando persino ad aggredire un agente di polizia. Il poliziotto, colpito durante l’intervento, è stato costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso, con una prognosi di sette giorni. Un’aggressione che trasforma l’episodio da semplice violazione stradale a un caso più grave di resistenza e violenza a pubblico ufficiale.
Lo scooter e le indagini in corso
Lo scooter non è risultato rubato, dettaglio che spinge gli inquirenti a voler chiarire il contesto della vicenda: perché viaggiavano in tre? E soprattutto, perché la fuga così disperata alla vista della polizia? Domande che attendono risposta, mentre gli investigatori proseguono nell’attività di identificazione dei due complici sfuggiti.
Il paradosso dell’impunità
Alla fine, il tunisino è stato semplicemente denunciato. Nessun arresto, nessuna misura immediata, se non un fascicolo che finirà sulla scrivania di un magistrato. Un epilogo che lascia l’amaro in bocca e che alimenta la sensazione di strada libera per chi sfida le regole e addirittura aggredisce chi quelle regole dovrebbe farle rispettare. Una vicenda che sa di strada in mano all’arroganza e di giustizia col freno tirato, mentre resta il paradosso: un poliziotto in malattia, e chi l’ha colpito già di nuovo in libertà.
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