Lettera a Meloni e critiche ‘eccessive’ a Crosetto e al Gen. Rossi: il TAR assolve il Segretario Foti, era legittima critica sindacale
Una vittoria per ITAMIL: il TAR annulla la sospensione del Segretario Generale
Roma, 6 agosto 2025 – Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia ha annullato il provvedimento disciplinare di Stato che, il 2 febbraio 2025, aveva sospeso dal servizio Girolamo Foti, Segretario Generale dell’Organizzazione Sindacale ITAMIL Esercito, primo sindacato rappresentativo del personale militare. La decisione è arrivata a seguito del ricorso n. 358/2025.
La sentenza pone fine a una vicenda controversa, avviata nel pieno delle tensioni sindacali legate al rinnovo del contratto 2022/2024. Il TAR ha riconosciuto che le dichiarazioni del Segretario rientravano nel diritto di critica sindacale, in quanto inserite nel quadro del confronto tra l’organizzazione e il Governo.
Un provvedimento contestato sin dall’inizio
Il provvedimento sospensivo era giunto in un momento particolarmente delicato: solo un mese prima, ITAMIL aveva abbandonato i tavoli negoziali della Funzione Pubblica, denunciando pubblicamente gravi criticità nel rinnovo contrattuale, tra cui:
- Mancato adeguamento salariale al costo della vita;
- Forte disparità di risorse tra comparti: 100 milioni per gli straordinari della Polizia contro i soli 20 milioni destinati alle Forze Armate;
- La necessità di un confronto diretto con il Primo Ministro per ottenere risorse adeguate.
L’abbandono dei tavoli tecnici, annunciato nel luglio 2024, aveva suscitato reazioni immediate, culminate in tre distinti procedimenti disciplinari nei confronti dell’organizzazione e del suo segretario.
Tre procedimenti, un unico bersaglio: il dissenso sindacale
La risposta istituzionale non si è fatta attendere. Dal 23 agosto 2024, ITAMIL e Foti sono stati oggetto di una serie di provvedimenti:
- Una contestazione formale per alcuni comunicati stampa, tra cui quello sull’abbandono dei tavoli negoziali;
- Un procedimento disciplinare di Corpo per email inviate al Presidente del Consiglio e ai vertici militari, in cui si denunciavano le condizioni critiche degli alloggi militari a Torino, destinati al personale dell’operazione “Strade Sicure”;
- Un provvedimento disciplinare di Stato, motivato da presunte “critiche eccessive” al Ministro della Difesa Guido Crosetto e al suo consigliere, Gen. C.A. (ris.) Domenico Rossi.
Quest’ultimo ha comportato, il 2 febbraio 2025, la sospensione dal servizio di Foti senza stipendio e la decadenza dalla carica elettiva di Segretario Generale.
La decisione del TAR Sicilia: “Critica legittima, non insubordinazione”
Con ordinanza del 13 marzo 2025, il TAR Sicilia aveva già accolto la richiesta di sospensiva del provvedimento, lasciando intendere la fondatezza delle argomentazioni difensive. La sentenza definitiva, emessa il 19 giugno 2025, ha annullato integralmente la sanzione disciplinare, riconoscendo che:
“Le dichiarazioni rese dal Segretario Generale rientravano nel legittimo esercizio del diritto di critica sindacale, nell’ambito del confronto con il Governo e il vertice politico della Difesa in relazione al contratto 2022/2024.”
Una pronuncia che rappresenta un precedente significativo, soprattutto in materia di libertà sindacali all’interno del comparto Difesa.
ITAMIL: “Mai stati ostili, ora si torni al dialogo”
ITAMIL, in una nota, ha accolto con soddisfazione la decisione del TAR, ribadendo di non aver mai avuto atteggiamenti ostili nei confronti del vertice politico della Difesa. Al contrario, l’organizzazione sottolinea il proprio supporto a numerose iniziative del Dicastero, tra cui:
- La tutela della salute e del benessere dei militari e delle loro famiglie;
- La rivisitazione del modello Difesa 244;
- L’incremento degli alloggi demaniali;
- Le riforme previdenziali.
Uno spiraglio per il futuro: “Serve un confronto costruttivo”
Dopo la sentenza, l’Organizzazione Sindacale auspica un ritorno al dialogo con le istituzioni:
“Auspichiamo il proseguimento di un dialogo costruttivo e rispettoso, nell’interesse del personale militare iscritto alla nostra APCSM, che ha eletto Foti come Segretario del Primo Sindacato dell’Esercito, e della funzionalità del sistema Difesa.”
Una dichiarazione che lascia intravedere la volontà di superare le tensioni del passato e riaprire un canale istituzionale, nel rispetto dei diritti sindacali e della dignità del personale militare.
La sentenza del TAR Sicilia non è solo un atto di giustizia nei confronti di Girolamo Foti, ma rappresenta anche un momento di riflessione più ampio sul ruolo e sulla libertà dei sindacati militari in Italia. Un tema che, ora più che mai, merita attenzione.
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