VIDEO | Nuzzi durissimo sugli attacchi ai Carabinieri sul caso Ramy: ‘Basta criminalizzazioni e processi sommari, rispetto per chi rischia la vita ogni giorno!’
Nel contesto di un acceso dibattito mediatico e politico che vede accese polemiche sulla criminalizzazione delle forze dell’ordine, il giornalista investigativo Gianluigi Nuzzi lancia un appello deciso e diretto, affermando: “È vergognoso vedere attacchi strumentali ai Carabinieri solo perché hanno fatto il loro dovere”, invitando a riconoscere il coraggio di chi ogni giorno rischia la vita per garantire la sicurezza e a dire basta all’ipocrisia e alle speculazioni politiche che alimentano divisioni e disinformazione nella nostra società.
Contesto e Origine del Dibattito
Il discorso di Gianluigi Nuzzi si inserisce in un clima di forte polarizzazione, dove il caso Ramy e la diffusione di video e dichiarazioni sui social media hanno acceso una discussione intensa sull’operato delle forze dell’ordine. Secondo Nuzzi, mentre chi garantisce la sicurezza quotidiana viene attaccato, si trascura il coraggio dei Carabinieri, che vengono ingiustamente criticati per aver svolto il loro compito. In questo scenario, il giornalista denuncia una “criminalizzazione” che, a suo avviso, mina il rispetto verso chi, ogni giorno, mette a rischio la propria vita per proteggere i cittadini.
La critica di Franco Gabrielli
Ad alimentare il dibattito sono arrivate anche le parole dell’ex capo della Polizia, Franco Gabrielli, che ha definito “non corretto” l’inseguimento da parte dei Carabinieri, sottolineando che l’operazione non sarebbe stata condotta in modo adeguato. Secondo Gabrielli, ci sarebbero state carenze procedurali nell’azione delle forze dell’ordine, aprendo così un fronte di critica contro l’operato dell’Arma.
Nuzzi non ha tardato a replicare, manifestando apertamente il suo dissenso: “Ecco si alzi e vada a studiare Gabrielli”, attribuendo a l’ex prefetto dell’Aquila e già capo dei servizi segreti di parlare senza una reale conoscenza della dinamica dei fatti. Per Nuzzi, questa fretta di giudicare e condannare pubblicamente è sintomo di una società troppo incline alla critica superficiale nei confronti delle istituzioni di sicurezza.
Stumentalizzazione del caso Ramy
Il dibattito sul caso Ramy ha dimostrato come in Italia la strumentalizzazione politica possa travolgere anche i rappresentanti delle forze dell’ordine, i cui errori – reali o presunti – diventano subito bersaglio di processi sommari e polemiche mediatiche. Invece di valutare i fatti con equilibrio e rispetto, si cede alla tentazione di cavalcare l’onda emotiva per guadagnare consenso, dimenticando che dietro ogni divisa ci sono persone pronte a rischiare la propria vita. È ora di dire basta alla criminalizzazione della sicurezza e al gioco al massacro mediatico che distrugge la fiducia nelle istituzioni.
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