Sparò per salvare il collega: poliziotto assolto definitivamente dalla Cassazione dopo 6 anni
La Corte di Cassazione ha emesso il verdetto definitivo sul caso di Jefferson Tomalà, confermando l’assoluzione dell’agente Luca Pedemonte per l’episodio del 10 giugno 2018 a Genova. La decisione rappresenta l’ultimo atto di una vicenda giudiziaria complessa che ha visto il poliziotto, già assolto nei precedenti gradi di giudizio, scagionato definitivamente dall’accusa di omicidio. Il ricorso, presentato unicamente dai familiari della vittima, non è riuscito a ribaltare le precedenti sentenze che avevano riconosciuto la legittimità dell’operato dell’agente.
Una Tragica Sequenza di Eventi
Quella drammatica notte di giugno, le forze dell’ordine intervennero nell’appartamento di Tomalà, un ventenne in stato di forte agitazione che minacciava il suicidio. La situazione, inizialmente configurata come un intervento per trattamento sanitario obbligatorio, precipitò rapidamente. Il collega di Pedemonte, Paolo Petrella, venne gravemente ferito da Tomalà durante il tentativo di disarmo. In quei concitati istanti, Pedemonte sparò sei colpi che risultarono fatali per il giovane, innescando un’ondata di polemiche e un intenso dibattito pubblico.
Il Percorso Giudiziario e la Difesa
La difesa di Pedemonte ha sostenuto con successo la tesi della legittima difesa attraverso tutti i gradi di giudizio. Gli elementi probatori hanno dimostrato che l’agente si trovò costretto ad agire in una situazione di pericolo imminente, dove erano a rischio sia la vita del collega ferito sia quella degli altri presenti. La Cassazione ha confermato questa interpretazione, sottolineando la correttezza dell’operato dell’agente nelle circostanze date.
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