GLI IMMIGRATI IN CASERMA E I MILITARI DORMONO IN TENDA. INDENNITA’ DA ORDINE PUBBLICO O STRADE SICURE?
(di Chiara Giannini) – Il governo ha decretato l’invio all’Expo di Milano
di circa 2.400 militari – 1.800 da utilizzare per l’evento e 600, secondo
quanto riportato dal sito del ministero della Difesa, da dedicare
all’operazione “Strade sicure” – che per la metà, proprio a causa
della mancanza di posti nelle caserme dell’hinterland milanese, dovranno
soggiornare in tenda per tutto il periodo d’impiego.
E così si torna al paradosso iniziale: l’Esercito
sta in branda, mentre gli immigrati – dopo le polemiche relative ai soggiorni
in albergo – potrebbero mandarli nelle caserme che, seppur dismesse, sono
certamente state costruite per altri scopi.
sta in branda, mentre gli immigrati – dopo le polemiche relative ai soggiorni
in albergo – potrebbero mandarli nelle caserme che, seppur dismesse, sono
certamente state costruite per altri scopi.
E i soldati inviati all’Expo che dormono in tenda?
«Siamo arrivati il 30 aprile – racconta un militare dell’Esercito a Libero – e
in circa 400 ci hanno posizionati a Bellinzago Novarese, a un’ora e mezza di
strada dall’esposizione.
«Siamo arrivati il 30 aprile – racconta un militare dell’Esercito a Libero – e
in circa 400 ci hanno posizionati a Bellinzago Novarese, a un’ora e mezza di
strada dall’esposizione.
Dovremo rimanere qui per tutta la durata
dell’evento, quindi almeno sei mesi, e non sappiamo ancora se avremo o no la
possibilità di tornare a casa anche per un breve periodo, perché si tratta di
una missione vera e propria. Tutto ciò che sappiamo è che ci hanno dato un
preavviso di partenza di appena 24 ore.
dell’evento, quindi almeno sei mesi, e non sappiamo ancora se avremo o no la
possibilità di tornare a casa anche per un breve periodo, perché si tratta di
una missione vera e propria. Tutto ciò che sappiamo è che ci hanno dato un
preavviso di partenza di appena 24 ore.
Qui ci sono genieri, artiglieri, paracadutisti. Ci
sono altri campi in cui si dorme in tenda e altri colleghi stanno anche in
caserma, ma i posti sono limitati». Le condizioni di lavoro non sono – per
usare un eufemismo – delle più agiate. Certo, i militari non sono impiegati, ma
insomma: «Facciamo turni di sei ore – spiega un altro militare -, dalle 7 alle
13, dalle 13 alle 19, dalle 19 alle 1 e dall’1 alle 7. Solo che ogni volta
dobbiamo prepararci con qualche ora di anticipo. Abbiamo pochi bagni, spesso
s’intasano perché siamo in molti».
sono altri campi in cui si dorme in tenda e altri colleghi stanno anche in
caserma, ma i posti sono limitati». Le condizioni di lavoro non sono – per
usare un eufemismo – delle più agiate. Certo, i militari non sono impiegati, ma
insomma: «Facciamo turni di sei ore – spiega un altro militare -, dalle 7 alle
13, dalle 13 alle 19, dalle 19 alle 1 e dall’1 alle 7. Solo che ogni volta
dobbiamo prepararci con qualche ora di anticipo. Abbiamo pochi bagni, spesso
s’intasano perché siamo in molti».
Problemi anche per i pasti: «Se troviamo traffico
per strada al rientro – chiarisce un altro soldato – e succede spesso, capita
che la mensa , aperta di giorno dalle 12 alle 14, sia chiusa. Allora ci viene
dato un sacchetto con qualche fetta di pane, scatolette e una merendina…» .
E, tiene a dire ancora, «nelle tende è difficile riposare, è arrivato il caldo
e li dentro si toccano già i 40 gradi di giorno e 10 di notte. Figuriamoci in
estate. E vero che noi militari dobbiamo sempre essere pronti a tutto – precisa
– e che dobbiamo esercitarci, anche perché quando si va in missione magari in
Afghanistan o chissà dove subiamo condizioni peggiori. Ma in quei casi anche la
paga è diversa, commisurata all’impegno: sicuramente molto più alta che per
questa trasferta milanese. In questo senso, tra l’altro, non ci hanno ancora
comunicato se ci corrisponderanno la stessa cifra stanziata per “Strade
sicure” o se avremo una indennità di “ordine pubblico”».
per strada al rientro – chiarisce un altro soldato – e succede spesso, capita
che la mensa , aperta di giorno dalle 12 alle 14, sia chiusa. Allora ci viene
dato un sacchetto con qualche fetta di pane, scatolette e una merendina…» .
E, tiene a dire ancora, «nelle tende è difficile riposare, è arrivato il caldo
e li dentro si toccano già i 40 gradi di giorno e 10 di notte. Figuriamoci in
estate. E vero che noi militari dobbiamo sempre essere pronti a tutto – precisa
– e che dobbiamo esercitarci, anche perché quando si va in missione magari in
Afghanistan o chissà dove subiamo condizioni peggiori. Ma in quei casi anche la
paga è diversa, commisurata all’impegno: sicuramente molto più alta che per
questa trasferta milanese. In questo senso, tra l’altro, non ci hanno ancora
comunicato se ci corrisponderanno la stessa cifra stanziata per “Strade
sicure” o se avremo una indennità di “ordine pubblico”».
Il tutto per garantire la sicurezza a un evento che
dovrebbe rappresentare lo specchio dell’Italia migliore, dunque un compito
importante. Ma noti si può dire che, anche in questo caso, per i servitori
dello Stato sia stata prestata la stessa attenzione riservata ai problemi degli
immigrati.
dovrebbe rappresentare lo specchio dell’Italia migliore, dunque un compito
importante. Ma noti si può dire che, anche in questo caso, per i servitori
dello Stato sia stata prestata la stessa attenzione riservata ai problemi degli
immigrati.
tratto da Libero Quotidiano