Esteri

MILITARI ALL’ESTERO, IL REGALO CHE NON VOLEVANO: VISITE POLITICHE SOTTO L’ALBERO

In questi giorni di festa, mentre le famiglie italiane si riuniscono attorno alla tavola natalizia, i nostri politici si lanciano nel tradizionale pellegrinaggio presso le basi militari all’estero. Una pratica che, nell’era digitale, solleva più di qualche perplessità.

Il peso dell’apparenza e dei bagagli istituzionali

Il Vice Premier Tajani in Kosovo, la Premier Meloni in Lituania: la carovana natalizia del governo italiano si mette in moto. Un dispiegamento di forze che mobilita non solo i diretti interessati, ma intere squadre di staff, giornalisti e alti ufficiali. Mentre a Pristina risuoneranno le scontate parole di Tajani sull'”orgoglio” e il “sincero ringraziamento”, a Siauliai la Meloni ricorda l’importanza della pace e della difesa. Discorsi che potrebbero tranquillamente essere pronunciati via Zoom, risparmiando risorse e rispettando il già sacrificato tempo festivo dei militari.

Il paradosso delle feste in divisa

Ironicamente, mentre i nostri rappresentanti tengono discorsi sull’importanza del servizio e del sacrificio, i militari nelle basi si trovano a dover orchestrare queste visite-evento invece di godere dei pochi momenti di riposo. La missione KFOR in Kosovo, come la Baltic Air Policing in Lituania, sono già presidi essenziali che richiedono presenza costante. Aggiungere il peso dell’organizzazione di visite politiche sembra quasi una beffa natalizia.

L’elefante nella stanza: i costi nascosti

Aerei di Stato, scorte, logistica: il prezzo di queste “missioni natalizie” non si misura solo in euro, ma anche nell’impatto ambientale e nel disagio causato a chi già presta servizio lontano da casa. La tecnologia moderna offrirebbe alternative più efficienti e meno invasive. “A quanti si riempiono la bocca della parola pace”, come dice la Meloni, forse dovremmo ricordare che la vera pace inizia anche dal rispetto del tempo altrui.

Il regalo

E mentre il carrozzone delle visite istituzionali prosegue il suo tour, una riflessione sorge spontanea: se proprio gli aerei militari devono alzarsi in volo in questi giorni di festa, perché non caricarli di doni e comfort per i nostri militari all’estero, invece che di politici e loro entourage? I nostri soldati non hanno bisogno di strette di mano fotografate e discorsi di circostanza – necessitano di supporto concreto e, soprattutto, del rispetto dei loro già sacrificati tempi familiari.

Una riflessione necessaria

Mentre l’Italia continua a essere il maggiore contributore in diverse missioni internazionali, forse è giunto il momento di innovare anche le tradizioni diplomatiche. La vera leadership si misura nella capacità di ottimizzare le risorse e rispettare chi serve il Paese 365 giorni l’anno. Se proprio dobbiamo sprecare carburante, che sia almeno per portare un pezzo di casa a chi è lontano, non per alimentare la macchina del consenso politico. La prossima volta, invece di un ministro, mandiamo panettoni e spumante. Farebbero più festa, consumando meno risorse.

La tecnologia c’è, la volontà politica? Quella resta ancora da scartare sotto l’albero.

Infodifesa è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale

Cosa Aspetti? Al costo di meno di un caffè al mese potrai leggere le nostre notizie senza gli spazi pubblicitari ed accedere a contenuti premium riservati agli abbonati – CLICCA QUI PER ABBONARTI

error: ll Contenuto è protetto