Da poliziotto eroe a Vittima del Dovere: la storia di Mauro De Giulio
Un lungo percorso di giustizia durato oltre trent’anni si è concluso con il riconoscimento dello status di Vittima del Dovere per il Sovrintendente Capo Mauro De Giulio, scomparso di recente. La sentenza della Corte d’Appello di Bari, presieduta dalla dottoressa Vittoria Orlando, ha condannato il Ministero dell’Interno al risarcimento di 12.000 euro per spese legali agli eredi, con effetto retroattivo.
Una carriera al servizio dello Stato
Originario di San Ferdinando di Puglia, De Giulio ha servito sotto il comando del Prefetto Achille Serra, distinguendosi in operazioni di alto profilo. Tra i suoi arresti più significativi figura quello di Renato Vallanzasca a Milano, di Rosetta Cutolo durante un summit di camorra a Napoli, e di Donato Lopez, autista della famigerata Banda Cavallero a Torino.
Dal grande schermo alla protezione papale
La sua esperienza professionale ha contribuito alla realizzazione del film “Banditi a Milano” di Carlo Lizzani, premiato con il David di Donatello nel 1968. Negli anni ’90, De Giulio ha comandato la stazione di polizia di Bellaria-Igea Marina e nel 1996 è stato assegnato alla scorta di Papa Giovanni Paolo II.
Il conflitto a fuoco decisivo
L’evento che ha segnato la sua carriera avvenne il 27 ottobre 1992, quando affrontò da solo dodici rapinatori durante l’assalto a un furgone blindato presso Cerignola. Questa azione gli valse l’Encomio Solenne dall’allora Ministro dell’Interno Carlo Azeglio Ciampi.
La battaglia legale
Nel 1998, De Giulio venne riformato per “note ansiose disforiche caratteriali”, considerate non correlate al servizio. Il figlio Enzo, ufficiale militare, ha intrapreso una lunga battaglia legale supportata dall’avvocato Andrea Bava, dimostrando che il padre aveva sviluppato un grave disturbo post-traumatico da stress a seguito degli eventi criminosi affrontati.
Il riconoscimento postumo
La recente sentenza della Corte d’Appello di Bari ha finalmente riconosciuto il nesso tra le patologie e gli eventi di servizio, garantendo ai familiari i benefici e le rendite vitalizie previste per le Vittime del Dovere. Un riconoscimento che rende giustizia a una vita spesa al servizio della legge e della sicurezza dei cittadini.
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