Traslochi nell’Arma dei Carabinieri: Lo scandalo non ferma i Camion?
Nel cuore dell’estate milanese, un terremoto giudiziario ha scosso i vertici dell’Arma dei Carabinieri. Un’inchiesta della Procura ha portato alla luce presunte connivenze tra un alto ufficiale e il mondo degli appalti, con particolare riferimento al settore dei traslochi istituzionali e dei servizi di pulizia.
La Macchina che non si Ferma
A quattro mesi da quel caldissimo luglio, mentre l’autunno ridisegna i colori delle città italiane, i trasferimenti del personale dell’Arma proseguono senza sosta. In questo periodo di avvicendamenti nei comandi, gli stessi mezzi della società finita sotto la lente d’ingrandimento della magistratura pare continuino a trasportare mobili ed effetti personali di carabinieri in movimento da una sede all’altra.
Voci di corridoio provenienti dal Comando parlano di furgoni con quella familiare livrea ancora in movimento. Naturalmente, potrebbe trattarsi di una svista, di un’interpretazione errata o di una semplice coincidenza. Eppure, quei loghi avvistati durante i recenti trasferimenti alimentano più di qualche perplessità.
Il Monito dell’ANAC: Controlli Continui e Stringenti
Ebbene l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha tracciato una linea netta con la delibera 146 del marzo 2022: l’esistenza di un’indagine penale per corruzione a carico del rappresentante legale di una società aggiudicataria impone alla stazione appaltante una valutazione approfondita. Non si tratta di un dettaglio procedurale, ma di un obbligo sostanziale che può portare all’esclusione dell’operatore economico dalla gara e dalla gestione dei servizi.
La Continuità dei Requisiti: Un Principio Inderogabile
Ancora più incisivo è il principio stabilito dall’ANAC sulla continuità dei requisiti: non basta possederli al momento dell’aggiudicazione, devono essere mantenuti per l’intera durata del contratto, “senza soluzione di continuità”. La stazione appaltante ha l’obbligo di verificare costantemente questa persistenza, con particolare attenzione a quei “gravi illeciti professionali” che potrebbero minare l’integrità e l’affidabilità dell’operatore economico.
Questione di Trasparenza
Mentre i furgoni continuano a muoversi da un Comando all’altro, un interrogativo aleggia nell’aria autunnale: le necessarie verifiche post-indagine sono state effettuate con il rigore richiesto dalla normativa?
È lecito presumere che l’Arma abbia effettuato tutte le verifiche necessarie e adottato le dovute precauzioni in seguito alle vicende giudiziarie. Se così fosse, la continuità del servizio con il medesimo operatore economico sarebbe pienamente giustificata e legittima. Tuttavia, qualora le attività stessero proseguendo senza un’adeguata rivalutazione del rapporto contrattuale alla luce delle disposizioni ANAC, emergerebbero inevitabili interrogativi sulla corretta gestione delle procedure amministrative in un settore tanto delicato.
Un dubbio che merita risposte, in nome di quella trasparenza che dovrebbe guidare ogni azione amministrativa.
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