Basta violenze e strumentalizzazioni: le forze dell’ordine scendono in piazza per farsi sentire da chi non vuole ascoltare
In un’inedita dimostrazione di unità, le forze dell’ordine italiane si preparano ad una manifestazione di piazza. Non con sirene spiegate o lampeggianti, ma con una protesta che promette di essere tanto pacifica quanto dirompente. L’appuntamento è fissato per il 25 novembre, quando Corso Vinzaglio diventerà l’epicentro di un movimento che sta già facendo parlare l’Italia intera.
SENTINELLE SOTTO ASSEDIO
“Proteggiamo tutti, ma chi protegge noi?” – questa la domanda che riecheggia tra le fila degli uomini e donne in divisa. “Le Forze dell’Ordine e i militari scendono in piazza per denunciare le continue ed intollerabili aggressioni subite durante le manifestazioni di piazza, durante il controllo del territorio e persino all’interno degli istituti di pena. Noi, servitori dello Stato, – si legge nel comunicato – quotidianamente impegnati nella tutela dei cittadini, delle istituzioni e dello Stato di diritto democratico, siamo vittime di attacchi ideologici e strumentalizzazioni politiche che mirano a delegittimare la nostra missione. Gli episodi di violenza contro le forze dell’ordine non sono più casi isolati, ma una preoccupante escalation che si consuma quotidianamente nelle piazze, nelle strade e persino nelle carceri italiane. Un fenomeno che sta minando le fondamenta stesse della sicurezza nazionale.
IL PREZZO DELL’UNIFORME
“È inaccettabile che chi rischia la vita per la sicurezza del Paese venga denigrato o sfruttato per tornaconti “politici”.” Dietro ogni divisa c’è una storia, una famiglia, una vita dedicata al servizio. Eppure, come denunciano i sindacati di categoria, questi professionisti si trovano sempre più spesso nel mirino di attacchi non solo fisici, ma anche mediatici e politici. Una delegittimazione sistematica che trasforma i protettori in bersagli, i difensori in accusati.
LA BATTAGLIA PER L’AUTOREVOLEZZA
Il progressivo indebolimento del rispetto verso le forze dell’ordine sta creando un pericoloso vuoto di potere, terreno fertile per chi semina caos e violenza. Un circolo vizioso che richiede un intervento immediato e deciso. “Manca rispetto per chi veste una divisa nelle piazze come negli istituti di pena: mancare di rispetto alle forze dell’ordine significa minare i principi fondamentali dello Stato e dei valori democratici. La tolleranza verso chi diffonde violenza e instabilità non è solo irresponsabile, ma rappresenta un pericolo reale per l’intera società.“
OLTRE GLI SCHIERAMENTI
L’iniziativa vede l’adesione di numerose sigle sindacali del comparto sicurezza e difesa, tra cui SIULP, SAP, COISP, FSP, USIC, SIM, USIF, SAPPE e FNS-CISL, unite nel chiedere maggiori tutele per tutti gli uomini e le donne in divisa che quotidianamente servono il Paese.
“Le Forze dell’Ordine ed i militari sono operatori di pace, schierati contro ogni forma di odio e violenza; tuttavia, quando necessario, hanno il dovere di difendersi e difendere il Paese, utilizzando ogni mezzo consentito dalla Legge per ripristinare l’ordine e garantire la sicurezza pubblica. È tempo che le istituzioni intervengano con azioni concrete e risolutive.”
L’APPELLO CHE NON PUÒ ESSERE IGNORATO
Da Torino si alza un grido che non è di rabbia, ma di determinazione. Le forze dell’ordine chiedono rispetto, tutele concrete e strumenti adeguati per svolgere il proprio dovere. Non è solo una questione di categoria, ma di civiltà: una società che non protegge i suoi protettori è una società che mette a rischio se stessa.
VERSO UN NUOVO PATTO SOCIALE
La manifestazione del 25 novembre non sarà solo una protesta, ma un momento di riflessione collettiva sul ruolo delle forze dell’ordine nella società contemporanea. Un’occasione per ribadire che la sicurezza è un bene comune, e chi la garantisce merita rispetto, dignità e protezione.
Il messaggio è chiaro: le forze dell’ordine continueranno a essere baluardo di legalità e democrazia, ma è tempo che lo Stato e la società civile facciano la loro parte. Perché la divisa non è un’armatura che rende invulnerabili, ma il simbolo di un impegno quotidiano che merita di essere riconosciuto e tutelato.
La storia ci insegna che le grandi trasformazioni iniziano spesso da momenti come questo. E Torino si prepara a essere teatro di un cambiamento che non può più attendere.
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