Marina Militare: piano straordinario per aumento organico e nuove assunzioni nel settore tecnologico-operativo
Una rivoluzione silenziosa sta per investire la Marina Militare italiana. Il presidente della Commissione Difesa della Camera, Nino Minardo, ha presentato una proposta di legge che prevede un incremento di organico senza precedenti: 4.272 nuove unità, con un focus particolare sul settore tecnologico e subacqueo.
La sfida underwater
“Il potenziamento della Marina militare è indispensabile soprattutto per affrontare la sfida della dimensione subacquea”, afferma Minardo. In un’epoca in cui la sicurezza delle infrastrutture sottomarine – dai gasdotti ai cavi di comunicazione – diventa cruciale, la Marina si prepara a un salto di qualità tecnologico.
Hub tecnologico a La Spezia
Il piano prevede il rafforzamento del Polo nazionale della dimensione subacquea di La Spezia, destinato a diventare il cervello operativo delle attività underwater. Accanto ad esso nascerà una nuova Agenzia dedicata alla sicurezza delle attività subacquee, creando un ecosistema d’innovazione marina unico nel suo genere.
Obiettivo 39.000
Dai circa 29.000 effettivi attuali, il piano punta a un organico intermedio di 34.000 unità, con l’ambizione di raggiungere quota 39.000 nel lungo periodo. Un incremento che non coinvolgerà il Corpo delle Capitanerie di Porto, concentrandosi esclusivamente sul personale della Marina Militare.
Tech in uniforme
La vera novità è la ricerca di profili altamente specializzati in ambito tecnologico: esperti di cybersecurity, specialisti di sistemi autonomi, ingegneri robotici e tecnici di ultima generazione. Una sfida nella sfida, considerando la forte competizione con il settore privato per questi profili.
La nuova rotta (o la solita promessa?)
Tra il dire e il mare c’è di mezzo il fare: se è vero che Minardo parla di un organico ideale di 39.000 unità, il percorso da qui all’effettiva implementazione del piano sembra tanto lungo quanto tortuoso. Nel frattempo, mentre la politica naviga a vista tra annunci e proposte di legge, il mondo tech continua la sua corsa. La partita per la modernizzazione della flotta italiana si giocherà tanto sui mari quanto sul mercato del lavoro specializzato. E questa volta, il nemico da battere non è in mare aperto, ma nella capacità di attrarre e trattenere i migliori talenti digitali del Paese. Resta da vedere se questa volta la Marina riuscirà davvero a salpare verso il futuro o se rimarrà ormeggiata nel porto delle buone intenzioni parlamentari.
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