Italia al timone della stabilità balcanica: Il generale Barduani assume il comando KFOR
Cerimonia a Pristina: Il passaggio di consegne
In una significativa cerimonia tenutasi oggi a Pristina, il generale italiano Enrico Barduani ha assunto il comando della Kosovo Force (KFOR), la missione NATO in Kosovo. Il passaggio di consegne dal generale turco uscente Ozkan Ulutas a Barduani segna un momento importante per l’Italia, che rafforza il suo ruolo chiave nella stabilizzazione dei Balcani occidentali.
L’Italia in prima linea: Numeri e importanza strategica
La cerimonia, svoltasi presso il quartier generale di KFOR a Camp Film City, ha visto la presenza del Ministro della Difesa italiano Guido Crosetto, sottolineando l’importanza strategica di questo avvicendamento per la politica estera italiana. Il generale Barduani diventa così il 14° generale italiano a guidare la missione NATO e il 29° comandante di KFOR dall’inizio dell’operazione nel 1999.
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KFOR: Guardiani della pace dal 1999
La KFOR, presente in Kosovo dalla fine del conflitto armato nel 1999, svolge un ruolo strategico come terzo operatore di sicurezza, coordinandosi strettamente con la polizia kosovara e la missione dell’Unione Europea sullo stato di diritto (EULEX). Secondo fonti ufficiali della NATO, la missione KFOR continua a essere fondamentale per mantenere un ambiente sicuro e stabile nella regione.
Il mosaico del contingente italiano: Una presenza multiforme
L’impegno italiano in Kosovo si articola in diverse componenti, dal personale presso il Comando NATO in Pristina al Regional Command West, dai Liaison Monitoring Team al battaglione multinazionale di intelligence. Il Generale di Brigata Federico Bernacca ricopre il ruolo di Vice Comandante Italiano della KFOR dal novembre 2023.
Sfide e responsabilità: Un momento delicato per la regione
Questo cambio di comando avviene in un contesto regionale ancora caratterizzato da tensioni etniche e politiche. L’assunzione del comando della KFOR da parte dell’Italia rappresenta non solo un riconoscimento del ruolo del paese nella NATO, ma anche una sfida significativa in un’area geografica determinante per la stabilità europea.
Impegno internazionale e diritto: La voce dell’Italia
Intanto ieri il ministro Crosetto in conferenza stampa a Palazzo Chigi aveva commentato l’attacco israeliano contro tre basi dell’Unifil, la forza di pace della Nato che comprende circa 1.200 soldati, nel sud del Libano. “Gli atti ostili compiuti e ripetuti dalle forze israeliane potrebbero costituire crimini di guerra, si tratta di violazioni molto gravi delle norme del diritto internazionale, non giustificate da alcuna ragione militare”.
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