8° Reggimento Carabinieri Lazio ordina il “dietrofront” sui tatuaggi
“Presso l’‘8° Reggimento Carabinieri “Lazio” – esordisce Massimiliano Zetti, Segretario Generale del Nuovo Sindacato Carabinieri in un comunicato stampa – “due settimane fa, si sarebbe verificato un fatto gravissimo e increscioso, poi rientrato quasi subito, ma che ha creato sconcerto tra il personale dipendente, ingenerando ovvi risentimenti misti a sbigottimento e smarrimento tra il personale di quel Comando.”
“E’ accaduto che, tramite messaggio inviato via E-MAIL ai militari dell’8° Reggimento Carabinieri “Lazio”, il giorno 16.09.2020 l’Ufficio Servizi del suddetto Reggimento ha impartito tale disposizione:
SU DISPOSIZIONE DEL COMANDANTE DI REGGIMENTO, TUTTI I MILITARI ORNATI DI TATUAGGI SONO PREGATI DI SEGNALARSI ENTRO LA GIORNATA ODIERNA A QUESTO UFFICIO.”
“A seguito della presa di posizione dei dirigenti sindacali locali, dopo poco più di un’ora è stata generata una seconda mail, sempre dallo stesso Ufficio, con il seguente testo:
IN RIFERIMENTO ALLA E-MAIL PRECEDENTE SUI TATUAGGI E’ DA RITENERSI ANNULLATA.”
“Riteniamo inutile,” – prosegue Zetti – soffermarsi sulla illegittimità di tale richiesta, che per altro pare sia stata ben compresa da quel Comandante, a cui diamo atto, di aver compiuto un “ravvedimento operoso”, dopo essersi reso conto evidentemente, del contenuto grave, discriminatorio e censorio dell’invito/ordine/richiesta diramato via email avente anche il sapore di lista di proscrizione.”
“L’incidente, però, ancora una volta, pone l’accento sulla mancanza di chiarezza della normativa sulla questione tatuaggi. Una materia, trattata in maniera superficiale e fugace dalla pubblicazione R-11, che non tiene conto della realtà attuale e del comune sentire della popolazione sui tatuaggi, ma che lascia spazio alla discrezionalità di taluni comandanti, che talvolta purtroppo sconfinano nell’arbitrio o addirittura nell’abuso.”
“Questo Sindacato – conclude Zetti – ha chiesto al Comando Generale Arma di richiamare e indottrinare, ancora una volta, quei Comandanti di Corpo che non hanno ancora piena conoscenza della normativa vigente sulla materia, onde evitare per il futuro, iniziative che poi, agli occhi del personale e dei cittadini potrebbero ledere l’immagine dell’Istituzione.”