2900 MILITARI AL G7, IL GOVERNO: “LO STATO HA IL DOVERE DI USARE LE FORZE ARMATE PER GARANTIRE L’ORDINE PUBBLICO”
Nel mese di maggio 2.900 militari in più andranno ad incrementare il contingente delle Forze Armate impiegato per il contrasto alla criminalità e al terrorismo, per garantire la sicurezza del vertice G7 di Taormina. Lo prevede un decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri, su proposta del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e del ministro dell’Interno Marco Minniti. In tale periodo il contingente passerà quindi dalle originarie 7.050 a 9.950 unità.
In particolare, secondo quanto precisato dal Governo nella relazione tecnica allegata al provvedimento in esame, 1.923 militari si occuperanno della vigilanza di siti e obiettivi sensibili a Taormina; 432 serviranno al rafforzamento dei dispositivi di vigilanza delle frontiere marittime e aeree della Sicilia e della Calabria, nonché di altre aree a rischio; e i rimanenti 545 saranno destinati alla sicurezza degli assetti militari di difesa dello spazio aereo e navale.
Nella seduta di giovedì 4 maggio in Commissione Difesa della Camera si è discusso sulle Disposizioni urgenti per rafforzare i dispositivi di sicurezza connessi allo svolgimento del Vertice dei Paesi del G7
Durante l’esame l’on. Duranti ha chiesto al Governo di chiarire quali novità siano intervenute negli ultimi mesi, dall’ultima proroga del piano di impiego dei militari di Strade sicure, che giustifichino quest’improvviso accrescimento del contingente per ben 2.900 unità di personale, che, soprattutto a confronto con la popolazione di Taormina, che è di circa 11 mila abitanti, appaiono un numero esorbitante. Ha Ricordato poi che l’impiego di militari delle Forze armate per il presidio del territorio è iniziato nel 2008 e doveva durare per non più di sei mesi, prorogabili per una sola volta; è diventato invece ordinario, essendo stato continuamente prorogato, con numeri variabili ma complessivamente sempre rilevanti. Ha infine ribadito al Governo la richiesta di chiarire quali ragioni lo inducano a ritenere necessario un dislocamento di così consistenti forze a Taormina.
Ha risposto il sottosegretario Domenico ROSSI osservando che la minaccia alla sicurezza dei cittadini è considerevolmente cresciuta rispetto al 2008 per l’emergere di fenomeni, segnatamente il terrorismo di matrice jihadista, allora non preventivati. Di fronte a una minaccia così ampia e transnazionale, lo Stato ha il dovere di utilizzare tutti gli assetti istituzionali di cui dispone per garantire l’ordine pubblico. Tra questi assetti sono senza dubbio compresi i militari delle Forze armate, che, grazie agli impieghi in missioni di pace all’estero, hanno acquisito una specifica professionalità anche in teatri operativi diversi dalla guerra. A buona ragione, a suo avviso, i Governi succedutisi negli ultimi anni hanno perseguito il progressivo affinamento della sinergia tra Forze armate e Forze di polizia per il controllo del territorio. Rimarca che si tratta in ogni caso di un impiego molto circoscritto nel tempo e nello spazio e che non tutti i militari saranno dispiegati sul territorio in quanto molti, come spiega la relazione di accompagnamento, serviranno per il presidio dello spazio aereo e di quello marino. Resta inoltre ferma la dipendenza funzionale del personale dai prefetti e quindi dall’amministrazione dell’interno. Quanto alle ragioni che hanno indotto il Governo a questa scelta, esse sono state vagliate dai competenti organi, che hanno ravvisato l’esigenza di garantire il rafforzamento del presidio di sicurezza.