2 GIUGNO, COMELLINI: IL GRIDO DI UN SOLDATO “VI PREGO AIUTATECI”
Il 2 giugno gli italiani saranno costretti ad assistere alla rituale parata militare, all’ennesimo spreco di soldi pubblici mentre il Paese stenta ad uscire da uno stato di crisi economica che sembra essere diventato permanente. Come ogni anno una pletora di ministri e sottosegretari, di generali e ammiragli, di amici degli amici politici e politicanti di ogni specie e, infine, il Presidente del Consiglio e quello della Repubblica, potranno godersi il costosissimo spettacolo messo in piedi dalla ministra Pinotti.
Mentre si stanno già preparando gli ultimi allestimenti per la parata io voglio condividere con gli italiani una delle tante lettere che mi è arrivata proprio da uno di quei tanti militari abituati a servire le Istituzioni repubblicane, con fedeltà ed onore, ma che giorno dopo giorno, uno dopo l’altro, si scoprono traditi e abbandonati. Non gli resta altro che rivolgere il loro grido di aiuto verso i semplici cittadini nella speranza che almeno loro predano coscienza della realtà. Ecco la lettera di un soldato che non farà riflettere mai abbastanza la ministra della difesa e il suo esercito di dirigenti.
«Caro amico, a quanto pare siamo alle solite, nel “disagio” globale che sta attraversando da anni la Forza Armata ora più che mai “le periferie” sono abbandonate a se stesse. Ebbene si è fin troppo evidente che il nostro ambiente è speculare alla società esterna, i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Le alte cariche fanno sempre più quadrato intorno alla politica sottovalutando quanto sia grave la situazione alla base. Una volta quantomeno qualcuno passava ti dava una pacca sulla spalla , un minimo di considerazione, ti risolveva almeno un problema e tra un pianto e un lamento si tirava avanti, ora neanche più quello, vige il silenzio più totale ma non solo, gli unici atti scritti che ti vedi arrivare sono le classiche assegnazioni d’incarico modello “scarica barile” della serie che non solo nessuno fa più niente per risolvere problemi ma sulla carta provano pure a rendertene responsabile. Ultimamente vi è stata pure un’interpellanza parlamentare che ha riguardato un maresciallo dell’Esercito che si è ritrovato oltre che ad essere assolto dopo dieci anni di processi a doversi anche pagare il conto dell’avvocato, qua inevitabilmente faremo la stessa fine, ci vengono dati gli incarichi ma non i mezzi per assolverli al meglio, le lettere che quotidianamente scriviamo molto spesso non hanno alcuna risposta, il personale tutto (militare e civile) ai fini della sicurezza ogni giorno possiamo ora dire che rischia la vita ma tutto ciò apparentemente sembra che non interessi più di tanto e intanto (ripeto) continuano ad arrivare lettere “di assunzione di responsabilità”, seppur siamo persone “senza portafoglio” e quindi tutto ciò paradossale. Ci stanno “uccidendo” sotto ogni punto di vista; morale, psicologico, “etico” e quant’altro.
Che mezzi abbiamo dunque per evitare che accada qualcosa di irreparabile? Le infrastrutture cadono a pezzi con piccoli crolli più o meno quotidiani, la vegetazione non viene mantenuta in regime di sicurezza con il rischio di incendio ogni giorno e ancor peggio non ci sono adeguati mezzi ai fini dell’antincendio. Lo stato d’allarme per le aree sensibili è noto quanto sia elevato ma gestirlo in strutture dove da anni non si investe nemmeno sull’illuminazione perimetrale è praticamente impossibile. Cosa fare dunque? Il personale civile è “furioso” e non passa giorno che provino a protestare per mezzo dei loro sindacati di riferimento che, a quanto pare, anch’essi “ai vertici” sempre più sordi e accondiscendenti “con la politica”. Seppur cosciente che è la mia parola contro quella di un gran numero di “superiori” segnalo anche che da tempo in molti si negano anche al telefono, lo stato d’abbandono è totale o quantomeno alcuna informazione che possa riguardare le nostre installazioni viene data. Per mancanza di fondi non possiamo neanche andare a portare/ritirare materiali e/o documentazione tecnico amministrativa. Vi prego aiutateci, prendete veramente coscienza che così non può andare avanti, ed evitate da parte degli Alti Comandi il classico “teatrino” che Loro “non sanno mai niente”, qua siamo tutti coscientemente coinvolti nel cercare di essere dignitosi nella “disperazione”, ma prendere anche le frustate questo no. A volte anche “i topolini” possono fare tanto male. Forse è bene tornare quantomeno a dialogare e non a reprimere.».
Lo rende noto Luca Marco Comellini, Segretario del partito per la tutela dei diritti dei militari e delle forze di polizia (Pdm), in occasione dello svolgimento della parata militare per i festeggiamenti per il 2 giugno.