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TROPPE POLIZIE IN MARE: IN SENATO IL DISEGNO DI LEGGE PER LA GUARDIA COSTIERA “UNICA”

Approda in Senato la discussione del disegno
di legge presentato il 30 ottobre 2013 (di iniziativa dei senatori BATTISTA, BIGNAMI, AIROLA, BENCINI, BOCCHINO, DONNO, MORRA, ORELLANA e SERRA) e relativo alla revisione del Corpo delle Capitanerie di Porto.

In particolare – si
legge nella prefazione – il disegno di legge intende razionalizzare l’impegno
dello Stato sul mare attraverso l’istituzione del Corpo della Guardia
costiera
, al fine di economizzare le risorse e riordinare, secondo criteri
aderenti alle specifiche esigenze del Paese, i complessi ed eterogenei compiti
da svolgere. Attualmente i principali organismi impegnati in mare sono il Corpo
delle capitanerie di porto, i cui reparti operativi hanno dal giugno del 1989
la denominazione di Guardia costiera, la Guardia di finanza, l’Arma dei
carabinieri e la Polizia di Stato. Dunque il problema è non solo un eccesso di
organizzazioni impegnate in tale settore, ma anche difficoltà di coordinamento
tra le stesse e, soprattutto, una sovrapposizione ed una duplicazione di
interventi che, nell’ottica di una pubblica amministrazione più efficace, non
sono più ammissibili e giustificabili.
Il provvedimento
prevede nello specifico all’articolo 1 l’istituzione del Corpo della Guardia
costiera, la quale assume competenze e funzioni stabilite e definite
precisamente, creando dunque un unico ente operativo nell’ambito di attività
che in precedenza venivano svolte da più organismi in costante e dannosa
concorrenza reciproca (Entro sei mesi
dalla data di entrata in vigore della presente legge, il personale attualmente
destinato al servizio navale ed ai reparti subacquei dell’Arma dei carabinieri,
del Corpo della guardia di finanza, nonché della Polizia di Stato, confluisce,
avanzando domanda, negli organici della Guardia costiera. Il personale che non
intende confluire nella Guardia costiera è assegnato ad altre funzioni dal
Corpo o dall’Arma di appartenenza
).
L’articolo 3
stabilisce che alla Guardia costiera saranno trasferiti tutti i mezzi navali,
aerei e le relative infrastrutture attualmente impiegati per i compiti di
vigilanza, tutela, sicurezza e polizia marittima, dagli altri corpi che operano
in mare. In questo modo non si avranno più quattro sistemi indipendenti di
approvvigionamento, ma uno unico che potrà pianificare l’acquisizione di nuovi
mezzi navali ed aerei secondo le reali esigenze del Paese, ciò comporterà, a
seguito anche dell’unificazione della gestione delle risorse, un notevole
risparmio per lo Stato italiano.
L’articolo 5
prevede lo strumento della delega al Governo per l’organizzazione interna della
Guardia costiera, visto l’elevato contenuto tecnico della normativa, nel
rispetto dei principi e criteri direttivi individuati nella riorganizzazione
centrale e periferica della Guardia costiera, nella definizione degli organici
nonché nelle modalità di confluenza degli stessi all’interno della Guardia
costiera. 

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