Difesa

SOTTOSEGRETARIO ALLA DIFESA: “LA CASSA DI PREVIDENZA DELLE FORZE ARMATE E’ IN EQUILIBRIO FINANZIARIO E NON VI SONO CRITICITÀ”

Come già ampliamente argomentato in Commissione Difesa del Senato, anche la Commissione Difesa della Camera ha pronunciato il proprio parere sulla del generale di corpo d’armata Massimiliano Del Casale a presidente della Cassa di previdenza delle Forze armate. I pareri, entrambi favorevoli, hanno consentito al Governo di procedere con la nomina durante il Consiglio dei Ministri nr. 20 del 24 marzo 2017.

In particolare durante la discussione in Commissione Difesa della Camera l’on. Paolo BOLOGNESI (PD) ha sottolineato l’opportunità di acquisire informazioni sulla gestione dei fondi della Cassa di previdenza delle Forze armate e, a tal fine, ha suggerito di svolgere l’audizione del generale Del Casale.

L’on. Tatiana BASILIO (M5S) ha fatto presente che l’equilibrio di gestione della Cassa è fonte di grande preoccupazione tra i militari interessati: decine di migliaia di uomini e donne delle Forze armate che servono la Patria e che vedono compromessi i loro risparmi previdenziali. Per dare risposta a queste persone, ha presentato più atti di sindacato ispettivo sul tema, ai quali però non è ancora stata data risposta. In particolare, è diffuso il timore di un possibile dissesto dei conti per più di uno dei fondi amministrati dall’ente: timore acuito dalla Corte dei conti, che ha evidenziato criticità sotto il profilo della gestione finanziaria dei fondi. Si è associato, quindi, alla richiesta del deputato Bolognesi di audire il futuro Presidente della Cassa di previdenza delle Forze armate.

Il sottosegretario Gioacchino ALFANO, replicando ai deputati intervenuti, ha ribadito quanto già riferito dal sottosegretario Rossi alla Commissione difesa del Senato in sede di esame della proposta di nomina in titolo, vale a dire che la gestione dei fondi della Cassa è al momento in equilibrio finanziario e che allo stato non vi sono criticità, anche se non si esclude che potrebbero prodursene per effetto della riduzione del personale fissata come obiettivo dalla legge n. 244 del 2012 (revisione dello strumento militare).

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