Polizia

SGOMBERO MIGRANTI: TRASFERIMENTO IN “UFFICIO” E GOGNA MEDIATICA PER IL FUNZIONARIO DI POLIZIA

Ne parla oggi il quotidiano Il Tempo in un articolo a firma Silvia Mancinelli. Rimosso per una frase. Il poliziotto linciato per aver detto «se vi tirano qualcosa spaccategli le braccia» nella carica dello sgombero del palazzo di via Curtatone viene trasferito dal Commissariato Trevi Campo Marzio (quello del centro storico) ad altra sede (il Dac anticrimine) in un ufficio più burocratico, quanto di più lontano dalla strada e dal centro cittadino (zona Tuscolana) e soprattutto dalla gestione dell’ordine pubblico, come peraltro aveva ribadito il capo della polizia proprio nella sua ultima intervista rilasciata al Corriere della Sera.

Insomma, il bravo funzionario crocifisso per una frase estrapolata dal contesto (pietre, bastoni, bottiglie che gli arrivavano addosso) alla fine è stato sacrificato come ormai sempre più spesso accade in questo mondo antipolizia e political correct dove agenti decorati e coraggiosi si vedono la carriera rovinata per un «mi piace» su Facebook o sospesi al primo sospetto di violenze.

“Abbiamo detto da subito ed in modo chiaro che la frase del collega era sbagliata. Oggi assistiamo ad una gogna mediatica vergognosa anche nella ricostruzione strumentale di fatti passati”. Lo afferma Enzo Marco Letizia, segretario nazionale dell’Associazione nazionale funzionari di polizia. “Se e’ triste vedere gli stadi popolati da fazioni ultras, vedere lo stesso stile in ambito politico e sugli organi di informazione – aggiunge – e’ motivo di grande preoccupazione. Con particolare riferimento agli scontri con gli operai dell’AST di Terni del 2014, il ministro dell’Interno dell’epoca ben descrisse i fatti nell’informativa al parlamento del 30 ottobre 2014, e non mosse alcun rilievo all’operato della polizia e del funzionario che oggi strumentalmente viene sbattuto in prima pagina come se fosse un mostro. Su una questione annosa come quella degli sgomberi, con grandi ombre su quanto accaduto nella gestione di una vicenda che l’hanno trasformata in un problema di ordine pubblico, l’accanimento persecutorio nei confronti di un poliziotto che ha usato una parola sbagliata e’ semplicemente vergognoso”.

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