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TOSSICODIPENDENTE MALATA DI AIDS SPUTA SANGUE ADDOSSO AI CARABINIERI. INIZIA IL CALVARIO PROFILASSI

Arma
dei Carabinieri, 200 anni di gloriosa storia tutti passati in prima linea a
combattere la criminalità, da quella organizzata a quella più tangibile e
altrettanto afflittiva e pericolosa compiuta dalla delinquenza comune.

«Carabinieri ancora
una volta aggrediti da una donna affetta da Aids conclamato, con l’ansia
di aver messo a serio rischio la propria salute» è quanto denuncia il
delegato Co.Ce.R. Carabinieri Giuseppe La Fortuna
«dovremo aspettare altri
sei mesi, fino a quando i militari non porteranno a termine la profilassi volta
a garantire la loro immunità.»
L’episodio si è verificato ieri sera nel quartiere centrale di Roma Trastevere
quando, una giovane donna, sieropositiva, in preda ad una probabile crisi di
astinenza, ha iniziato a sputare,
liquido salivare misto a sostanza ematica, contro i numerosi  passanti.
Alcune pattuglie dei carabinieri sono intervenute
per impedirle di continuare ad impaurire i cittadini, ma la donna ha reagito
violentemente, prima cercando di divincolarsi, poi gli sputi contro i
militari. 
«Questo episodio riporta all’ordine del giorno il
tema della organizzazione dei servizi e di come sia scarsamente considerata la
tutela della salute del personale. Nessun addestramento viene svolto dai
militari per abituarli a gestire situazioni di questo tipo. Mancano inoltre tutti i dispositivi di sicurezza (mascherine e occhiali protettivi,
distanziometri, guanti)».
 «Adesso», continua La
Fortuna
«due famiglie sono in apprensione e ci resteranno per tutto il
tempo necessario all’espletamento degli accertamenti per la profilassi Hiv. Il
solo pensiero ci fa venire i brividi!»

«Intanto, cosa aspetta il nostro
Sig.Comandante Generale a richiedere delle idonee protezioni  da far
indossare, in questi frequenti casi, ai suoi coraggiosi Carabinieri che ogni giorno rischiano la vita e la salute per
salvaguardare la sicurezza del nostro paese e l’incolumità pubblica?» «Probabilmente»
conclude La Fortuna
«ritiene che la problematica non sia così
urgente o importante, anche perché, nei lussuosi uffici degli alti dirigenti,
questo problema non si presenterà mai, quindi, i Carabinieri, possono
continuare ad aspettare, con la sola speranza che, almeno la sorte, li
protegga».

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