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RIORDINO DELLE CARRIERE: ECCO COME DISTRARRE MILITARI E POLIZIA DAL RINNOVO CONTRATTUALE

Puntuale come ogni anno si
torna a parlare di riordino di carriere,
riorganizzazione di gradi e ruoli
. Quasi fosse un “must” autunnale che
sindacati, rappresentanti militari e politici tirano fuori dal cilindro
annualmente per poi riporlo comodamente in naftalina, pronto per l’anno
successivo.

Quest’anno l’assist arriva dal
governo, infatti con  un emendamento al disegno di legge delega sulla
riforma della PA, depositato dallo stesso relatore, Giorgio Pagliari (PD) e
approvato dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera, si dovrebbe
approntarsi (quando?) il riordino delle carriere della polizia e delle forze
armate
.
In virtù di tale emendamento le
carriere di polizia e forze armate saranno soggette a un’ampia operazione di
manutenzione e di revisione, sia riguardo alla disciplina di reclutamento sia
riguardo ai meccanismi che regolano gli avanzamenti di carriera.
Il ddl Madia prevede che venga
assegnata al Governo anche una delega specifica: «per la revisione della
disciplina in materia di reclutamento, di stato giuridico e di progressione in
carriera del personale delle forze di polizia di cui all’articolo 16 della
legge 1 aprile 1981, n. 121, tenendo conto del merito e
delle professionalità, nell’ottica della semplificazione delle relative
procedure».
Quali sono, allora, sul riordino delle carriere delle forze
armate e della polizia?
  • La soppressione, l’unificazione ma anche
    l’istituzione di ruoli, gradi e qualifiche di ciascuna forza di polizia;
  • la rideterminazione delle dotazioni
    organiche complessive di ciascuna forza di polizia, ossia del numero di
    agenti complessivo, in forze in ogni corpo;
  • Sarà comunque prevista, in caso di riordino
    dei ruoli e delle qualifiche, un’equiparazione dei trattamenti economici;
Insomma tanta,
tantissima carne sul fuoco. Per ora, a distanza di qualche tempo dall’approvazione,
siamo ancora ad imbandire “i tavoli tecnici” (evidentemente le centinaia di “tavolate”
sinora effettuate non hanno sortito l’effetto sperato) e soprattutto fumo,
tantissimo fumo da stordire finanche il più apatico appartenente al comparto
sicurezza e difesa.

In effetti come taluno
sinora ha accennato, se di riordino si vuole e si deve parlare, lo si faccia
non prima di essersi accomodati al “lauto pasto” servito in occasione di
rinnovo contrattuale. E’ risaputo (fin troppo dal governo) lo stato
confusionale dovuto alle numerose prebende messe sul piatto. Insomma per dirla
tutta, l’attenzione di chi “sindacalizza” attualmente deve puntare al rinnovo
contrattuale fermo da anni e che la Suprema Corte ha ritenuto incostituzionale, piuttosto che ad un
riordino a “costo zero” che sazierebbe esclusivamente il desiderio di una
spallina straripante. Ma purtroppo il Governo conosce bene i commensali, e tra
la smania di un grado ed un serio rinnovo contrattuale (economico e normativo),
pare preferiscano la prima.

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