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PROCURA GENERALE MILANO TOGLIE A PM 7 INCHIESTE,’NON INDAGANO’

Sette inchieste per reati fiscali, tra cui una per una presunta frode milionaria, che la Procura Generale di Milano ha tolto di mano alla Procura, in pochi mesi, con provvedimenti di avocazione motivati dal fatto che gli inquirenti non avrebbero svolto le indagini.
Mentre il caso sta creando qualche tensione al Palazzo di Giustizia milanese, dall’ufficio della Procura si fa sapere che quei procedimenti rappresentano, pero’, solo una piccolissima parte dei seimila fascicoli per reati fiscali e societari trattati ogni anno.

Da quanto risulta, ad ogni modo, non era mai successo a Milano che nel giro di sei mesi la Procura Generale, in qualita’ di organo di controllo sull’operato della Procura, adottasse cosi’ tanti provvedimenti di avocazione. In piu’, le avocazioni sono tutte avvenute dopo richieste di archiviazione da parte dei pm, come molto raramente accade, stando a quanto riferito in ambienti giudiziari.
Secondo il codice di procedura penale, infatti, il gip, quando ritiene di non accogliere la richiesta di archiviazione del pm, fissa un’udienza per discutere l’istanza avvisando tutte le parti coinvolte nel procedimento ed anche la Procura Generale. In questi sette casi, l’Avvocato generale della Repubblica, Laura Bertole’ Viale, ha deciso di adottare la facolta’ dell’avocazione prevista dalla legge e ha delegato il sostituto pg Carmen Manfredda a svolgere il lavoro del pm e a presentarsi davanti al gip Andrea Salemme. Giudice che in tutti e sette i procedimenti, valutando non sussistessero gli estremi per l’archiviazione, ha fissato un’udienza al termine della quale ha accolto la richiesta del pg di effettuare nuove indagini, ora in corso. I sette fascicoli, è stato riferito da fonti qualificate, erano stati iscritti nel registro degli indagati in seguito a segnalazioni dell’Agenzia delle Entrate e, in almeno un caso, dell’apposito ufficio Grandi Contribuenti. In sostanza, da quanto si e’ saputo, la Procura generale ha disposto le avocazioni dei procedimenti, tutti in capo al primo dipartimento della Procura guidato dal procuratore aggiunto Francesco Greco, perchè ha ritenuto che gli inquirenti non abbiano svolto le indagini necessarie prima di arrivare a chiedere l’archiviazione. La prima delle avocazioni e’ della scorsa primavera e ha riguardato un’inchiesta su una presunta frode fiscale da circa 10 milioni di euro commessa, tramite la creazione di una società ad hoc in Lussemburgo, da un’azienda brianzola che opera nel campo degli arredamenti. In questo caso, tra l’altro, la richiesta di archiviazione del pm, come e’ stato riferito, sarebbe stata presentata dopo pochi giorni dall’arrivo in Procura della notizia di reato. Altri casi – gli ultimi due sono stati trattati davanti al gip la scorsa settimana – riguardano reati fiscali, tra cui l’omesso versamento di ritenute d’acconto e evasioni dell’Iva per importi ritenuti consistenti, che vanno da alcune centinaia di migliaia di euro in su.
In Procura hanno fatto notare, tuttavia, che nei primi cinque mesi di quest’anno il pool guidato da Greco ha inoltrato all’ufficio gip circa 1600 richieste di decreto penale di condanna per reati fiscali e ha indagato su importanti societa’ fino ad arrivare a sequestri imponenti, come gli 1,2 miliardi di euro ‘congelati’ alla famiglia Riva dell’Ilva di Taranto.
Infine, e’ stato spiegato che c’e’ una selezione delle indagini sui reati fiscali da avviare all’archiviazione: uno dei criteri e’ valutare l’avvicinarsi della prescrizione.(ANSA).

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