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PENSIONI COMPARTO SICUREZZA E DIFESA, CHIESTO IL BLOCCO DELL’ADEGUAMENTO ALLA SPERANZA DI VITA

Impossibile
garantire la sicurezza e l’ordine pubblico se l’età per la pensione slitta ad
oltre 65 anni di età. Lo scrive in una lettera inviata al presidente del
Consiglio, ai ministri e alle autorità competenti, il segretario generale della
Confsal Vigili del fuoco, Franco Giancarlo, nella quale chiede la convocazione
con urgenza di un tavolo tecnico, “alla luce della circolare
Inps n. 63 del 20 marzo 2015
, relativa all’adeguamento dei requisiti di
accesso al pensionamento, che ha allungato di ulteriori quattro mesi dal 1°
gennaio 2016 il periodo di quiescenza, e alla luce della sentenza della Corte
Costituzionale n. 70/2015, che prevede la revisione del trattamento economico
previdenziale”.

La
parte sindacale chiede in particolare che si sblocchi, previo confronto con i
sindacati piu’ rappresentativi e con il Cocer, il regolamento di
armonizzazione
 previsto dalla Riforma Monti Fornero (e mai adottato
per il comparto difesa e sicurezza dopo il blocco delle trattative tra
sindacati e Governo) in cui siano inserite “norme di tutela delle
specificità del personale del comparto soccorso pubblico, sicurezza e difesa,
con riguardo al solo allungamento dell’età per il conseguimento della pensione
di vecchiaia
 e di anzianità in relazione ai diritti acquisiti e al
previgente ordinamento”.
Nel
dettaglio, il sindacato dei vigili del fuoco chiede che il regolamento contenga
l’espressa previsione “della non applicazione del meccanismo di
adeguamento
 legato alla speranza di vita, sul limite
previsto per la pensione di vecchiaia, considerato che nell’ipotesi, abbastanza
plausibile, di una dilatazione di tale adeguamento sino a 30 mesi, si
configurerebbe una permanenza in servizio anche sino a 65 anni, con il concreto
rischio di inficiare la funzionalità del sistema e la efficienza di alcuni
importanti servizi (ad esempio, controllo del territorio e ordine pubblico) che
non possono essere svolti da ultrasessantenni”. Ancora, si chiede
“l’espressa esclusione, nella fase transitoria, di penalizzazioni rispetto
all’uscita in base ai requisiti anagrafici, meccanismo originariamente non
previsto e presente nell’ultima versione della bozza di decreto, in
considerazione del fatto che gli impegni assunti in sede europea prevedono che
il processo di armonizzazione entri a regime solo nel 2018”.

La
nota sindacale chiede inoltre l’avvio di forme pensionistiche
complementari
, salvaguardando il personale attualmente in servizio già
assoggettato al cosiddetto sistema contributivo puro, nei
medesimi termini previsti per il personale del comparto Stato, nel rispetto dei
vincoli del bilancio pubblico.
“Tale
richiesta – incalza Franco Giancarlo – è peraltro dettata dalla circostanza che
Vigili del fuoco rispetto a tutte le altre Forze del
comparto sicurezza e difesa non usufruiscono dell’abbuono di un anno di
servizio prestato ogni cinque
, nonostante che tale categoria viva una
condizione di usura molto più marcata rispetto a tutte le categorie del
comparto. Infine, non va sottaciuta la problematica relativa al trattamento
previdenziale del personale tecnico-amministrativo e tecnico-informatico, che
ha subito delle pesantissime penalizzazioni rispetto ad analogo personale del
comparto sicurezza e difesa”.

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