Polizia Penitenziaria

PENITENZIARIA:NON C’È EQUIPARAZIONE O RIORDINO CHE TENGANO E IL CORPO È DESTINATO A SCOMPARIRE

Nel progetto di Riordino delle Carriere che l’Amministrazione penitenziaria ha presentato ai sindacati lo scorso 18 ottobre, escluso l’O.S.A.P.P.  (che ha interrotto le trattative con il Dap a livello centrale e fino a quando Santi Consolo ne resterà a Capo) troppe sono state le cose dette o date per scontate dai presenti e comunque non chiare se non addirittura negative per il futuro della Polizia Penitenziaria, sulle quali l’O.S.A.P.P. non può più tacere.

Certamente, infatti,  per i ruoli non direttivi o, come si dice adesso, sub-direttivi del Corpo nulla di meno potrà essere dato, per il poco o il tanto che forse sarà dato, alla Polizia Penitenziaria rispetto a quello che sarà dato alla Polizia di Stato e all’Arma dei Carabinieri con lo stesso provvedimento.

Si tratta, infatti, di  provvedimenti “minimi”,  riguardanti la riduzione delle anzianità per l’avanzamento nelle qualifiche e aumento dei parametri in ciascuna qualifica, partendo dagli Agenti per arrivare agli Ispettori Superiori Sostituti Commissari che, dopo 21 anni dal precedente Riordino, non possono essere più negati, soprattutto se. come è noto, non ci sarà quest’anno un rinnovo contrattuale degno di tale nome.

Altrettanto, il nuovo Riordino stabilirebbe il riallineamento agli altri Corpi della Polizia Penitenziaria per quanto riguarda gli Ispettori (due anni in meno tra Ispettore e Ispettore Capo) e i Sovrintendenti (decorrenza giuridica della nomina a Vice Sovrintendente) nonché, come per gli altri Corpi, un percorso agevolato verso nuovi concorsi interni per le qualifiche di Vice Sovrintendente, Vice Ispettore e, per gli attuali Ispettori, verso il nuovo Ruolo dei Funzionari.

Ma gli errori passati ancora pesano gravemente sul futuro del Corpo e nulla è stato fatto dall’attuale Amministrazione per migliorarne gli effetti deleteri, a  partire dagli organici ridotti di almeno 5.500 unità in base alla c.d. Legge “Madia” principalmente a causa della mancata emanazione dei concorsi interni da Vice Sovrintendente (che avrebbero liberato posti per le assunzioni nel ruolo Agenti-Assistenti) tenuto conto che negli scorsi anni la Polizia di Stato, che aveva subito un blocco simile al nostro,  ha poi potuto bandire concorsi per 7.500 Vice Sovrintendenti, addirittura con decorrenze posticipate, che adesso si ritrova pienamente disponibili in organico per questo Riordino.

Perché se la Polizia Penitenziaria ha il 70% del proprio organico che appartiene alle qualifiche di Assistente e Assistente Capo, mentre la Polizia di Stato (per non parlare degli altri Corpi) solo il 40%, non c’è equiparazione o Riordino che tengano e il Corpo è destinato a scomparire.

Ma l’Amministrazione penitenziaria centrale non ha utilizzato, né vuole utilizzare in alcun modo il progetto di Riordino per colmare il gap del Corpo nei confronti degli altri, così come non ha detto nell’incontro con i sindacati di avere una qualche idea e/o proposta effettiva sull’inattuato Riallineamento dei Funzionari, e nemmeno ha riferito di avere proposto un numero di nuovi Funzionari direttivi,  fino a Commissario Coordinatore,  di minima entità rispetto agli altri.

Altrettanto, l’Amministrazione non ha detto di avere richiesto al tavolo del Ministero dell’Interno nel nuovo ruolo dirigenziale di Polizia (cd. “a vocazione dirigenziale”) che per tutti gli altri resta aperto fino alle più malte qualifiche, fino a destare qualche ilarità nei presenti, non oltre 100 primi dirigenti di Polizia Penitenziaria e un numero di dirigenti superiori non eccedente 10 unità, ben sapendo che se un Corpo di Polizia non dispone di un adeguato numero di propri dirigenti non ha alcun futuro,  qualsiasi cosa nel bene e nel male si possa dire degli attuali Commissari del Corpo.

In sintesi, se il Riordino delle Carriere dovesse passare in questo modo, in costanza di una Amministrazione penitenziaria gestita integralmente dai direttori penitenziari nemici della Polizia Penitenziaria, con un Capo del Dap, un Capo di Gabinetto ed un Ministro della Giustizia rivolti pressoché esclusivamente verso la popolazione detenuta, a parte benefici economici e di carriera assai minimi e comuni a tutti i Corpi, il divario della Polizia Penitenziaria con gli altri si amplierà ulteriormente.

In conclusione, quello che noi dell’O.S.A.P.P. vogliamo è palese, ma le altre OO.SS.  cosa vogliano e cosa stiano difendendo è assai meno chiaro, soprattutto considerando che prima o poi, oltre le chiacchiere e le promesse, tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità nei confronti della Polizia Penitenziaria.

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