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NIENTE PILOTI MAGRI SULL’F35

(di Gianluca Di Feo) – Solo piloti
in carne, con fisico pasciuto, per il supercaccia F35. Quelli troppo magri
infatti rischiano la vita in caso di lancio con il paracadute. 
E in
attesa di risolvere il problema al seggiolino eiettabile, il Pentagono ha
introdotto una bilancia per selezionare gli ufficiali prima di salire sul jet:
soltanto chi pesa più di 62 chili può sedersi ai comandi.

I test in corso sul velivolo progettato dalla
Lockheed
 hanno infatti evidenziato un alto pericolo
quando il sedile viene espulso durante voli a bassa velocità e con piloti
esili. Il sistema di razzi che orienta il lancio, in modo da evitare impatti
con il velivolo e stabilizzare la caduta prima di aprire automaticamente il
paracadute, fa cilecca se il peso dell’ufficiale è lieve.

L’insostenibile leggerezza dell’F35 è stata confermata dall’aeronautica
americana al sito specializzato Defensenews: “La sicurezza
viene prima di tutto”, ha dichiarato il generale Jeffrey Harrigian.
I tecnici della Lockheed e della Martin Baker, produttrice del seggiolino,
hanno detto di lavorare “24 ore al giorno per trovare una soluzione”.

Tutta la messa a punto del cacciabombardiere – forse il programma
più discusso del dopoguerra – è stata segnata da ostacoli, che
derivano soprattutto dalla particolare progettazione con simulazioni 3D per
ridurre costi ed evitare la costruzione di prototipi. Quello del limite di peso
per i piloti viene ritenuto un problema minore. Un solo ufficiale è stato
bocciato dalla bilancia e non si tratta di Christina Mau, l’unica
donna abilitata ai comandi dell’F35.

Finora invece nessun ufficiale italiano è ancora operativo sul supercaccia,
di cui il nostro Paese dovrebbe comprare “fino a” 90 esemplari.

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