Carabinieri

L’IMBARAZZO DELL’ARMA AGITA IL RICAMBIO DEI VERTICI PRESTO LA NOMINA DEL NUOVO COMANDANTE, IL GOVERNO CONSULTA ANCHE LE OPPOSIZIONI

(di Ugo Magri) – Nessuna indulgenza verso i due carabinieri, se alla fine risulteranno colpevoli: è l’atteggiamento «inflessibile» deciso ai vertici dell’Arma, in viale Romania. Ove si coglie un mix di amarezza e di imbarazzo. La vicenda accenderà i riflettori sulle crepe di un’istituzione fin qui tra le poche che venivano salvate in Italia e all’estero. Il caso Firenze si aggiunge ai tanti veleni sparsi dall’inchiesta Consip, ai sospetti di depistaggio del Noe contro il padre di Renzi e alle accuse di favoreggiamento (in questo caso pro-Renzi) rivolte al Comandante generale Tullio Del Sette. Un’aria già da tempo irrespirabile. 

Il mandato di Del Sette scadrà il 15 gennaio prossimo e, ai piani alti della politica, una seconda proroga viene esclusa. Non per disistima verso Del Sette (che gode anzi di largo apprezzamento) ma perché supererebbe i limiti della pensione. Inoltre si vorrebbe procedere anche per mettere fine alle guerre di successione che, di rinvio in rinvio, farebbero ulteriori danni. Al momento le cordate risultano quattro. La prima spinge per Riccardo Amato, numero uno della Divisione Pastrengo, esperto di lotta alle mafie. La seconda punta su Ilio Ciceri, uomo-macchina, ex Capo di Stato maggiore, però con molti nemici. La terza cordata scommette su Vincenzo Coppola, attuale numero due dell’Arma. L’ultimo nome è quello del generale Ogaden Nistri, poco noto ai politici e forse proprio per questo in ascesa.

Qualcuno sostiene: per correttezza, sarebbe meglio delegare la scelta a chi governerà dopo le prossime elezioni. Una sospensione tecnica di pochi mesi sarebbe sufficiente. Ma l’orientamento dei palazzi che contano è di rispettare le scadenze. Dunque la nomina del nuovo Comandante è attesa entro Natale, con un certo anticipo sulla scadenza. Anche perché la legislatura potrebbe chiudersi a fine anno, e il governo dovrebbe fare la sua scelta prima che Sergio Mattarella dichiari il “game over”.

Autorevoli fonti assicurano: il premier Gentiloni cercherà una larga condivisione parlamentare su questa come su tutte le prossime nomine in materia di sicurezza. Entro la primavera scadranno tra gli altri il Comandante generale della Guardia di Finanza, Giorgio Toschi, e il capo della Polizia, Franco Gabrielli. Verrà consultata la maggioranza, iniziando dai presidenti “dem” delle Commissioni Difesa al Senato (Nicola Latorre) e alla Camera (Francesco Saverio Garofani). Ma non solo loro. Da fonti berlusconiane risulta che la ministra Roberta Pinotti abbia preso contatti con alcune forze di opposizione per ragionare su tempi e modalità delle decisioni: metodo condiviso sul Colle più alto, dove risiede l’ultima parola. (La Stampa)

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