Esteri

IL PROSSIMO ATTENTATO? TRA TIR E VEICOLI BLINDATI

(di Franco Iacch) – La tattica di lanciare dei tir contro la folla non è stata elaborata dallo Stato islamico, ma risale agli anni ’20, per una naturale evoluzione asimmetrica dell’autobomba.

Con il termine VBIED, acronimo per Vehicle Borne Improvised Explosive Device, intendiamo tecnicamente un Ordigno Esplosivo Improvvisato su un mezzo ruotato. Il 16 settembre del 1920, il cocchiere di un carro carico di 45 kg dinamite e 230 kg ghisa e trainato da un solo cavallo, si fermò di fronte Wall Street. Il rudimentale, ma efficace detonatore a tempo, innescò la deflagrazione causando la morte di 40 persone. Oltre 200 i feriti gravi. Tale iterazione, esplosivo-mezzo, è considerata di livello I. In quanto statica, non presuppone la presenza di un attentatore suicida a bordo, ma di un semplice autista che abbandona il mezzo nella posizione prescelta. Non associati ad operazioni suicide, questi mezzi di livello I (così come ribadito anche dal TRENDS Research di Abu Dhabi), sono stati ampiamente utilizzati in tutto il mondo, soprattutto in Occidente. L’efficacia di un attentato con VBIED di livello I può essere ulteriormente massimizzata con la presenza di dispositivi secondari a tempo cosi da infliggere perdite anche alle forze militari e di soccorso giunte sulle aree adiacenti dopo la prima detonazione. Per oltre 70 anni (tra gli ultimi quelli delle World Trade Towers nel 1993 ed Oklahoma City nel 1995), i sistemi VBIED di livello I, associati ad una maggiore flessibilità operativa dei sistemi di attivazione, sono stati utilizzati con mortale efficacia. Contro la minaccia di livello I, la possibile permanenza prolungata sul luogo prescelto per la detonazione e l’eccessivo carico rispetto alla portata standard del mezzo. La minaccia IED genera effetti destabilizzanti poiché strutturata su regole non standardizzate, mentre la capacità mortale e distruttiva di un veicolo a motore supera gli schemi di difesa nelle aree urbane.

VBIED di livello II

L’evoluzione della minaccia VBIED di livello II avviene negli anni ’80 nell’area Medio orientale. Il mezzo si evolve per scardinare le difese perimetrali nemiche passive e raggiungere l’obiettivo. Nella minaccia VBIED di livello II vi sono due caratteristiche principali: il conducente suicida e la presenza a bordo di un certo quantitativo di esplosivo. Tale tecnica, diffusa poi nel resto del mondo come l’attentato avvenuto a Grozny nel dicembre del 2002, è stata poi ottimizzata sulle precedenti esperienze con l’impiego di due o più veicoli.

La strategia VBIED di livello II è concepita per colpire le strutture fortificate da diverse posizioni nonostante le perdite subite.

Gli attentati avvenuti in Europa, ad esempio, rientrano in tale categoria, sebbene manchi la componente IED a bordo. In tale stadio di livello II è presente l’attentatore suicida a bordo che, una volta superate le linee di difese (rivelatesi inadeguate in Europa), lancia il mezzo contro la folla. L’impiego della componente esplosiva a bordo di un veicolo non richiede particolari abilità, considerando che sulla rete sono disponibili le informazioni per assemblare diversi tipi di granate, per design ed architettura, con semplici articoli per la casa come bombole a gas e chiodi. Il dispositivo può essere impostato dal martire con un timer o un detonatore a distanza derivato da elettronica di consumo, sebbene una tale combinazione richiede comunque del tempo. Proprio l’innesco, è la parte più delicata di un IED. Contro la minaccia di VBIED livello II, vi è da considerare il principale fattore determinato dalla fragilità del mezzo prescelto che, una volta sfondate le difese perimetrali, verrebbe (o dovrebbe essere colpito) dalle forze sul campo in un tempo ragionevolmente breve. Ciò significa che un mezzo ad uso civile potrebbe anche sfondare le linee di difesa (facilmente in Europa), ma non riuscirebbe a raggiungere il punto stabilito per la deflagrazione degli ordigni esplosivi che potrebbero anche essere colpiti e, quindi, detonare. Negli Stati Uniti, camion da 16 tonnellate a vuoto caricati con della sabbia (contromisura ulteriore pensata per attutire la possibile deflagrazione di un ordigno) per un peso di 32 tonnellate, sono periodicamente collocati negli incroci e nei punti strategici lungo i percorsi ritenuti a rischio. In Israele, si utilizzano i carri armati. In Europa tali asset difensivi sono ritenuti “eccessivi”.

VBIED di livello III

L’ultima evoluzione della minaccia VBIED è di livello III diviso in due stadi. E’ localizzata nell’area Medio orientale: a centinai i veicoli di livello III utilizzati dallo Stato islamico. L’ultima naturale evoluzione dell’autobomba è caratterizzata dalla blindatura del mezzo, concepita per aumentare le probabilità di sopravvivenza e raggiungere il bersaglio. Il veicolo kamikaze blindato è progettato per superare le barriere difensive attive e passive e raggiungere infrastrutture di elevato valore. La loro sopravvivenza è nettamente superiore ad i mezzi di livello II poiché concepita per la protezione balistica contro le armi in dotazione fino al 5,56 mm (a volte anche 7,62 mm). Un dispositivo di livello III garantirebbe anche di moltiplicare gli effetti IED standard, associando all’ordigno esplosivo improvvisato un carico infiammabile (ad esempio) all’interno del mezzo. La blindatura, per quanto possibile, avverrebbe all’interno del veicolo, cosi da lasciare inalterato il design esterno del mezzo (prerequisito che non serve in Siria o in Iraq, ma che sarebbe imperativo per un attentato nelle aree urbane). Il secondo stadio prevede la riconversione dei mezzi militari sequestrati sul posto (altamente improbabile in un contesto urbano). Nel secondo stadio, il problema è determinato dal quantitativo superiore di esplosivo a bordo che deve essere in grado di sfondare la blindatura standard del mezzo. Lo Stato islamico predilige gli Humvee (sequestrati 2300 dei tremila venduti dagli Usa alle forze di sicurezza irachene negli ultimi dodici anni), a causa della loro blindatura associata all’enorme capacità di carico (una tonnellata).

L’attentato non tiente conto del politically correct

La minaccia generica IED impone una costante rivalutazione dei protocolli di controllo ed accesso e la conseguente dotazione specifica di difesa che dovrebbe essere scevra dal politically correct (cosa che non sempre avviene). La minaccia specifica su ruote rientra nello sterminato ventaglio generico degli ordigni esplosivi improvvisati. Basti pensare, ad esempio, a svariati asset di trasporto come barche (Boat Borne Improvised Explosive Device), droni (non ancora ottimizzata, ma testata), purtroppo anche gli animali (Animal Borne Improvised Explosive Device) che possono essere trasformati in inconsapevoli sistemi esplosivi improvvisati oltre alle possibili combinazioni degli IED con sostante tossiche. Da rilevare, infine, il vero obiettivo psicologico ridondante di un IED.

Lascia un commento

error: ll Contenuto è protetto