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IL GENERALE GALLITELLI (LUSINGATO): «IO AL SERVIZIO DELLO STATO, QUANDO C’È BISOGNO NON MI TIRO INDIETRO».

(di Fiorenza Sarzanini) – È lusingato il generale Leonardo Gallitelli per un «attestato di stima» pubblico che certamente non si aspettava. Perché appena dieci giorni fa aveva detto con chiarezza di «non essere disponibile» per un’eventuale candidatura alla presidenza della Regione Lazio spiegando di non essere «stato contattato da nessuno». Ma domenica sera, mentre Silvio Berlusconi tesseva le sue lodi in tv durante il programma condotto da Fabio Fazio e ipotizzava per lui addirittura un incarico da premier, ha compreso che era un modo di manifestare apprezzamento nei suoi confronti. Ben sapendo che un eventuale incarico da ministro «tecnico» sarebbe il riconoscimento per chi, come lui, ha sempre «rivendicato con orgoglio di essere al servizio delle istituzioni e dunque quando c’è bisogno non mi tiro certamente indietro».

Lo ha ripetuto anche ieri agli amici che lo chiamavano per congratularsi e per condividere la sorpresa di un’uscita che sembra aver spiazzato gli stessi alleati di Forza Italia. «Io sono qui, sono un uomo dello Stato», è la frase che ha sempre ripetuto nella sua carriera. Ed è probabile che possa seguire la stessa linea anche in occasione di un incarico di governo. Convinto che di fronte a una «necessità per il Paese» sia «doveroso rispondere» alla chiamata.

È fatto così il generale Gallitelli, e per questo è stato il comandante più amato dai carabinieri. È rimasto al vertice dell’Arma dal 2009 al 2015. Sotto la sua guida sono state condotte indagini delicate come quelle sugli appalti della «cricca» e su «Mafia Capitale», sono state create squadre speciali per combattere il terrorismo e la criminalità organizzata, sono stati fatti tagli drastici alle spese ed eliminati gli sprechi. Ma senza mai tralasciare le esigenze dei suoi uomini. Gallitelli si è sempre vantato di conoscere personalmente tutti gli ufficiali, chiedeva di essere informato di ogni situazione «perché se si creano problemi spetta a me risolverli». Pignolo e meticoloso ha utilizzato lo stesso metodo anche adesso che guida l’Antidoping del Coni.

Da domenica sera il suo cellulare non ha mai smesso di squillare. E a tutti ha ripetuto le stesse frasi: «Non ne sapevo nulla, perché non ho parlato con Berlusconi ma neanche con altri. Nessuno mi aveva cercato». Ieri invece sono stati in tanti, forse anche per rivendicare pubblicamente l’amicizia con lui. Maurizio Gasparri, intervistato da Radio Rai, ha confermato di averci parlato «perché lo conosco da 50 anni, io ero un bambino e lui era in Accademia con mio fratello», e poi ha raccontato che «Gallitelli era soddisfatto, lui è certamente un’eccellenza nel nostro Paese». Tanto apprezzato, da essere stato nominato un anno fa dal capo dello Stato Sergio Mattarella Cancelliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, composto da Bona Frescobaldi, Mariapia Garavaglia, Paolo Mieli, Gabriella Palmieri Sandulli, Paola Severino, Antonio Zanardi Landi e Dino Zoff.

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