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I 1600 MERCENARI DI PUTIN EX REPARTI SPECIALI GUADAGNANO 4MILA EURO A SETTIMANA

(di Leonardo Piccini per “Libero Quotidiano”) – La sconfitta che si va delineando in Siria per i terroristi dell’ Isis non è determinata, come molti erroneamente pensano, dal successo dei bombardamenti dell’ aviazione russa, ma dalla presenza «boots on the ground» – anfibi sul terreno – di militari russi.

Una potenza di fuoco talmente soverchiante e ben organizzata, da aver portato negli ultimi mesi alla riconquista di gran parte del territorio siriano e alla liberazione di roccaforti strategiche come Palmira e Aleppo. I mercenari russi, conosciuti anche come «l’ orchestra Wagner», sono stati fondamentali nelle ultime settimane, consentendo la cacciata dei miliziani dei gruppi islamisti (Stato islamico, qaedisti, milizie Salafite e dei Fratelli Musulmani) da Aleppo, in cui vivevano sotto assedio 250 mila civili in gran parte tenuti ostaggio dai tagliagole dello Stato islamico.

 

L’impiego dei mercenari russi ha ridato nuovo slancio ai governativi del presidente Assad e alle milizie che li appoggiano e che nel corso della guerra hanno subito perdite spaventose: quasi 105 mila caduti tra i quali almeno 1.300 combattenti libanesi dell’Hezbollah sciita.

Il nome «orchestra Wagner» deriva dallo pseudonimo «Wagner» affibbiato al loro comandante, Dmitri Outkin, un ex ufficiale dei servizi segreti russi (il GRU). Outtkin è il comandante di un gruppo formato da almeno 1.600 uomini, in gran parte provenienti dai reparti speciali e dai corpi d’ élite dell’ esercito e della marina russi. Molti di loro si sono distinti nella liberazione di Palmira e, prima di arrivare in Siria, sono transitati nel quartier generale russo dell’«orchestra» , una base attrezzata nella città di Molkino, nel Krasnodar e a poche centinaia di metri dalla sede dei servizi segreti russi.

Per arrivarci, il visitatore è costretto a transitare lungo alcuni chechpoint controllati da guardie armate di fucili d’assalto Ak 74s. Controlli minuziosi vengono effettuati da personale in divisa, prima di poter accedere alla sede della società, che comporende un enorme campo di addestramento con alloggi di servizio, torrette di guardia, e presidiato giorno e notte da unità cinofile.

Secondo quanto risulta a Libero, la società di mercenari russi impiegati in Siria è nata attorno alla metà del 2015, e un gran numero dei suoi effettivi proviene dai servizi segreti russi. Come il maggiore Sergei Chupov, ex ufficiale dei reparti d’ élite del ministero dell’ Interno russo, veterano della guerra di Cecenia, caduto in combattimento in Siria nel Febbraio del 2016.

L’«orchestra» sarebbe stata impiegata per la prima volta in Siria a fine 2015. Secondo alcune fonti, nel 2015 100 di loro avrebbero perso la vita in combattimento; cifre che però il ministero della Difesa russo riduce a non più di 27.

I mercenari russi per il loro impiego in Siria, guadagnano attorno ai 300 mila rubli alla settimana (4.100 euro), e in caso di morte i loro congiunti ricevono un assegno di 5 milioni di rubli (70.000 mila euro).

Questi veterani vengono impiegati soprattutto in zone di combattimento considerate critiche e più pericolose e in cui i soldati di Assad incontrano maggiori difficoltà. La ratio del loro impiego è molto semplice: affiancare gli effettivi dell’ esercito regolare, supportarli in azioni di combattimento e ridurre le loro perdite al minimo. Per questo si sono guadagnati l’ ammirazione dei soldati e della popolazione rimasta fedele al raìs.

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