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GUARDIE GIURATE – LA SICUREZZA PRIVATA SEMPRE PIÙ “PUBBLICA”

All’indomani della strage al tribunale di Milano
dove un cittadino, Claudio Giardiello, capace di essere diventato nelle pieghe
del web un eroe contro quello stato incapace e inefficiente, si sprecano i
commenti di sedicenti esperti ed emergono retroscena inquietanti sullo stato
dell’arte della nostra sicurezza sempre più privata e sempre meno pubblica.

Troppo semplice secondo alcuni entrare in un
tribunale armati, troppo semplice violare luoghi che per eccellenza dovrebbero
essere templi dall’inespugnabile sicurezza.
La realtà è che, come abbiamo visto il giorno successivo alla tragedia, la
sicurezza costa molto di più di quello che si vorrebbe spendere.


Code interminabili nel day after su quelle scalinate ai piedi del palazzo di
giustizia meneghino evidenziano che quelle 4-6 mila persone giornaliere, per
essere controllate a dovere, necessitano del triplo del personale attualmente
impiegato a garantire la sicurezza dei giudici milanesi.

E non si creda, come dice qualche sindacalista, che polizia e carabinieri al
posto delle guardie giurate possano costituire un miglior deterrente.
La deterrenza non è altro che la paura di una conseguenza e quando si è in
pochi a vigilare una struttura come il tribunale di Milano non importa quale
sia la divisa a fare la guardia ma quante probabilità ci siano nell’essere
colti in flagrante.

E non è certamente l’esercito la soluzione, come letto nelle ultime ore, cosa
dovrebbero fare i militari? Quali poteri hanno davvero?
Non certo quelli di polizia e carabinieri che sempre di più soffrono di carenze
di risorse economiche e strutturali e che sono costrette così a fare spazio a
quel mondo della vigilanza privata che, come da anni assistiamo, prendono piede
laddove si crea un vuoto.

Non solo tribunali ma anche aeroporti, stazioni ferroviarie ma non dovremmo
meravigliarci se nel breve li troveremo in autostrada e, come qualcuno paventa,
anche in supporto alle forze dell’ordine nei contesti di ordine pubblico.
Il banco di prova, come tutti abbiamo letto, sarà proprio l’EXPO di Milano, un
grandissimo evento di ordine pubblico, dove milioni di euro sono stati
stanziati a favore dei grandi gruppi di vigilanza privata che andranno a
supportare (e forse in alcuni settori a sostituire come abbiamo visto già negli
aeroporti e tribunali) la forza pubblica.

Una rivoluzione che dobbiamo sperare non venga trattata all’italiana, sulle
orme di un modello già da anni collaudato oltreoceano ma che se non applicato
nei dovuti modi e schemi rischia solo di creare disagio, pericolo e confusione
ai cittadini.
Per questo, forse, dovremo cominciare a rivedere un sistema sicurezza integrato
tra pubblico e privato, un sistema che non può essere semplicemente un costo
per la collettività ma una risorsa, un meccanismo che tra le sue pieghe possa
sostentare se stesso.

Il rischio però è quello che solo chi può pagarsi le guardie potrà godere di un
accettabile livello di sicurezza “pubblica”.
Una rivoluzione che si affaccia nel nostro sistema e che forse giustifica gli
enormi  disinvestimenti che da anni colpiscono il settore delle forze
dell’ordine così come le conosciamo ma che non sono stati supportati da idonei
cambiamenti legislativi.
Infatti non si individuano ancora nelle GPG degli incaricati di pubblico
servizio a tutto tondo che nell’ambito del loro settore possono avere, con limitazioni,
le stesse potestà di polizia e carabinieri.

Se dobbiamo arrenderci all’aggressione dei capitali privati nel settore di
quella che ormai fu la pubblica sicurezza dobbiamo muoverci rapidamente anche
nelle riforme di queste figure sempre più presenti nei nostri agglomerati
urbani altrimenti stragi come quelle viste al tribunale di Milano diventeranno
sempre più semplici da portare a compimento.
Del resto se non sei esattamente un operatore della sicurezza a tutto tondo
come puoi fornire sicurezza reale ed effettiva laddove il sistema “pubblico”
ormai da anni ti ha delegato a farla?
Se però il passaggio alle guardie private sarà solo
la scusa per avere degli schiavi in uniforme, non adeguatamente formati e
preparati e in un numero ridotto, come abbiamo visto al tribunale di Milano, in
nome del profitto societario, bisognerà rassegnarsi all’idea che il concetto di
sicurezza pubblica  come diritto  del cittadino non esiste più.

In Giacca Blu – Michele Rinelli

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