Guardia di Finanza

GESTIVA UN BAR E PAGAVA A NERO, RADIATO DALLA GUARDIA DI FINANZA

Fiamma gialla ligia al dovere quando si trattava di supportare i colleghi in qualche operazione. Imprenditore senza troppi scrupoli nella sua seconda attività, quella di gestore di una gelateria, o meglio frullateria, mandata avanti con l’omonimo cugino, residente in Campania, a fare da prestanome. Ora il finanziere, 32 anni, in forze fino a poche settimane fa al comando della Guardia di finanza di via Ferrucci, è indagato per estorsione, falso ideologico e truffa. Altre sette persone che hanno avuto a che fare con l’attività della gelateria, sono indagate per favoreggiamento.

L’indagine, condotta dalla stessa sezione di polizia giudiziaria della Finanza presso la  Procura per conto del pm Laura Canovai, si è conclusa nei giorni scorsi dopo un’attività di interrogatori e intercettazioni telefoniche che dura dall’inizio dell’anno. La denuncia è partita da una giovane che è stata per qualche mese, nel 2016, dipendente della gelateria, che si trova non distante dal comando delle Fiamme gialle. La donna lamentava di essere pagata a nero e che avrebbe raccontato tutto. Poi ha deciso di lasciare il lavoro, ma il trattamento di fine rapporto che le è stato offerto, circa la metà di quanto richiesto,era decisamente più basso del servizio prestato.

Lei ha così raccontato di essere stata minacciata dal finanziere che, millantando la propria posizione all’interno delle forze dell’ordine, le diceva che se avesse fatto qualche passo falso l’avrebbe rovinata. Da questo caso di natura quasi sindacale, gli inquirenti hanno poi ricostruito la vicenda, fatta di una rete di complicità  che ruotava attorno a quella gelateria. Innanzitto la copertura del prestanome, cioè un cugino di tre anni più giovane del finanziere ma che porta lo stesso nome e cognome.

Le indagini hanno appurato che il vero titolare del negozio era proprio il finanziere, che teneva la contabilità e i rapporti con banche e fornitori.  Non solo, l’uomo non disdegnava di stare dietro il bancone anche durante l’orario di servizio assentandosi spesso dal lavoro.  Per violazione dei doveri d’ufficio e per la doppia attività – in quanto un dipendente pubblico non può avere due lavori – nei confronti del giovane è scattato il massimo provvedimento disciplinare da parte dell’ente di appartenenza, ovvero la radiazione dalla Guardia di finanza.

L’inchiesta penale, invece, ha accertato altri reati oltre all’estorsione nei confronti della dipendente. Uno di questi è il falso ideologico, in quanto, questa volta nell’intento di favorire due dipendenti, il finanziere faceva in modo che percepissero l’indennità di disoccupazione, pagandole con un solo vaucher e il resto delle ore a nero. Le due dipendenti in questione, sono indagate per favoreggiamento.  C’è di più. A latere rispetto all’inchiesta principale, è emerso che l’uomo ha truffato un’assicurazione presentando il conto di falsi incidenti: acquistava auto incidentate, fingeva di aggiustarle e poi ne denunciava il furto. In questo modo riusciva ad intascare gli assegni del risarcimento da parte delle compagnie rc auto. Giochino che, in un caso, gli ha fruttato 25.000 euro.

Tra gli altri indagati per favoreggiamento, oltre al cugino prestanome e alle due dipendenti, figurano un commercialista, un medico, un ingegnere e un consulente, quasi tutti provenienti dalla provincia di Caserta, luogo di origine del finanziere, che avrebbero tentato di falsare le carte quando il finanziere si è accorto di essere indagato.

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